[07/06/2007] Consumo

Funzionano poco le regole europee per la pesca

BRUXELLES. La Commissione europea ha adottato la dichiarazione di intenti sulle possibilità di pesca per il 2008. «Questo documento – ha detto il commissario europeo per la Pesca Joe Borg - offre a tutte le parti interessate una piattaforma comune di discussione su come impostare al meglio la fissazione delle possibilità di pesca e la gestione del relativo sforzo di pesca. Servirà anche ad alimentare il dibattito sui problemi da risolvere in via prioritaria per riportare gli stock ittici ad uno stato biologico più sano e sicuro».

Si sarebbero già ottenuti risultati positivi con gli accordi di gestione a lungo termine per il nasello settentrionale, la sogliola nel golfo di Guascogna, l´eglefino nel Mare del Nord, lo sgombro e il merluzzo carbonaro, ma il piano di ricostituzione del merluzzo bianco non ha dato i risultati attesi e il numero degli è rimasto i maniera preoccupante, per l’80% dei casi, al di sotto dei limiti biologici di sicurezza.

La cosa non dovrebbe sorprendere più di tanto l’Ue, visto che i totali ammissibili di catture (Tac) adottati dal Consiglio superano in media del 42-57% quelli raccomandati dagli scienziati ed esperti e che molti di questi vengono sistematicamente superati. Di conseguenza, lo sforzo di pesca è diminuito in media dal 19% nel 2004 al 4% appena nel 2007. Attualmente sui 33 tre stock ittici nell´Ue di cui si conosce lo stato, solo 3 sono sfruttati in modo compatibile con l´impegno di sfruttamento sostenibile sottoscritto nel 2002 al vertice Onu di Johannesburg nel settembre.

Lo sforzo di pesca nell’Ue è calato del l 15-35% nel periodo 2000-2005, ma è aumentata la pesca con reti da traino a maglia stretta, responsabili dell´aumento di dei piccoli merluzzi. Ma la diminuzione era già iniziata già prima dell´introduzione del regime comunitario e dopo non si sono viste diminuzioni sostanziali, tanto che la Commissione Ue scrive: «Poiché dai dati degli Stati membri risulta che solo il 72% dello sforzo di pesca autorizzato dal regime del 2006 è stato effettivamente utilizzato, si capisce come il regime influisca poco o nulla sull´attività della flotta. Il sistema è inoltre giudicato poco trasparente e difficile da gestire e da monitorare».

Secondo la comunicazione gli Stati membri e le parti interessate dovrebbero «applicare il principio di precauzione in sede di fissazione delle possibilità di pesca per gli stock sui quali gli esperti non sono in grado di emettere previsioni quantitative, o la possibilità di oltrepassare la variazione annua massima del 15% del TAC nel caso di stock che sono permanentemente al di sotto dei limiti biologici».

Torna all'archivio