[05/06/2007] Acqua

A rischio l’acqua potabile e i grandi fiumi

LIVORNO. Secondo i dati forniti dai satelliti, nell’emisfero nord la copertura nevosa sarebbe calata dell’1,3% ogni dieci anni a partire dagli anni 60, con perdite ancora più importanti nel continente americano, dove la quantità di acqua di fusione é calata tra il 50 e il 75% negli ultimi decenni.

Il Global outlook on ice and snow fa un esempio concreto: «Un rialzo di temperatura di 2 gradi nella catena montuosa delle Cascades nel nord-est Pacifico degli Stati Uniti rischia di ridurre la copertura nevosa temperata di più del de 20%». Ripercussioni simili sono previste nelle Alpi, nelle Ande e nei Pirenei, e sono già visibili dalla diminuzione delle acque di fusione che scorrono durante l’estate. Ogni grado di temperatura in più potrebbe far innalzare il limite delle nevi perpetue «di 120 metri in Cile, per esempio, e di 150 metri nelle Alpi».

Il declino della neve non sarà uniforme. Secondo alcuni modelli in Europa entro la fine del secolo la copertura nevosa potrebbe ridursi dal 60 all’80% nelle latitudini medie, ma potrebbe aumentare in Siberia e nell’Artico canadese. Il rapporto prende in particolare considerazione il fenomeno detto jökulhlaup, cioè il cedimento della diga ghiacciata che trattiene i laghi di fusione con veri e propri muri d’acqua che si riverserebbero a valle «ad una velocità simile a quella di moderni missili anticarro»

Tra le catene montuose più in pericolo troviamo ancora una volta le Alpi e poi l´Himalaya, Tien Shan, il Pamir, le Ande. Nel 1998, un jökulhlaup (scioglimento dei ghiacci) nella valle di Shahimardan nel Kirghizistan e in Uzbekistan ha fatto più di 100 morti.

In Asia, 2,4 miliardi di persone, il 40% della popolazione mondiale, dipendono dalle acque di fusione dei ghiacciai dell´Himalaya-Hindu Kush, Kunlun Shan, Pamir e Tien Shanan che potrebbero arretrare di oltre il 40% e fino all’80% entro il 2100, mentre la copertura glaciale di alcune montagne potrebbe scomparire del tutto. I fiumi più minacciati sono il Syr Darya, l´Amu Darya, l´Indo, il Gange, il Brahmaputra, lo Yang-Tsê Kiang e il fiume Giallo (Hang He), questo espone 1,3 miliardi di persone alla penuria d’acqua e numerose altre a perturbazioni climatiche estreme (siccità ed alluvioni) sempre più frequenti che danneggeranno raccolti, industrie e produzione energetica.

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