[04/06/2007] Parchi

Caccia alle balene: l’Iwc dice si alla moratoria

ROMA. Le balene per ora sono salve: la 59esima riunione dell’Iwc, tenutasi ad Anchorage, con 37 voti a favore e 4 contrari ha deciso che la caccia commerciale alle balene non verrà ripresa, respingendo così le richieste di Giappone, Norvegia, Islanda. Ma secodo Greenpeace «i problemi da affrontare sono ancora tanti. Serve una Commissione più moderna».

la Commissione ha ribadito che «la moratoria alla caccia baleniera commerciale resta in vigore e che le ragioni che hanno portato all’adozione della moratoria sono ancora rilevanti”», è stata così ribaltata la precedente risoluzione di Saint Kitts con la quale i Paesi favorevoli alla caccia avevano ottenuto una risicata maggioranza, e sono state respinte anche le pretese giapponesi di “caccia a fini scientifici”.

«La Commissione – spiega un comunicato di Greenpeace - ha ben compreso che una balena vale molto di più da viva che da morta. E ha approvato una risoluzione che sottolinea l’importanza degli usi non letali dei cetacei, come il whale watching. Come sostiene da tempo Greenpeace, sono tanti i turisti che vorrebbero ammirare la bellezza di questi cetacei. Non certo assistere al loro massacro. Anche la proposta per un Santuario nell’Atlantico Meridionale ha ottenuto la maggioranza assoluta (39 a 29), pur mancando la maggioranza dei tre quarti dei 77 Paesi presenti, necessaria all’approvazione finale».

Questa volta il Giappone non è riuscito a comprare i voti dei Paesi poveri, spesso privi di qualsiasi tradizione baleniera e a volte senza sbocchi al mare, ma che hanno chiesto di far parte dell’Iwc. Anzi, stati dell’Ue, come Grecia e Cipro hanno partecipato per las prima volta per votare contro la caccia, «e i risultati non sono mancati – spiega Greenpeace - una maggioranza contro la caccia così schiacciante, che il Giappone e i suoi alleati hanno in diverse occasioni abbandonato il voto».

Ma il Giappone ha già detto che nel 2008 ucciderà almeno mille balenottere minori, megattere e balenottere comuni nel Santuario Antartico. «È chiaro che votare contro la caccia all’Iwc non basta – dice Greenpeace - Quei Paesi, come l’Italia, che fino a ora sono stati a guardare, devono cominciare a impegnarsi in un’attività diplomatica per evitare il peggio. Perché i cetacei non resisteranno a lungo».

Secondo Greenpeace «l’Iwc ha speso troppo tempo in inutili litigi sul possibile ripristino della caccia commerciale. Intanto il delfino di Baiji e il Vaquita, un delfino messicano, rischiano l’estinzione. Intanto 3.288 cetacei sono morti mentre la riunione di Anchorage era in corso, uccisi a causa dell’inquinamento, del cambiamento climatico e soprattutto dalle reti o altri attrezzi di pesca, come il capodoglio che pochi giorni fa è stato trovato ucciso da una spadara italiana a Vibo Valentia. Solo una vera modernizzazione dell’Iwc permetterà di affrontare efficacemente le principali minacce che in tutto il mondo uccidono un cetaceo ogni 90 secondi, e di fermare definitivamente la caccia baleniera».

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