[29/05/2007] Energia

Dominici: «Il gas in Italia è già troppo»

LIVORNO. L’Italia consuma 85,5 mld di metri cubi di gas all’anno. Questo gas giunge orientativamente per il 25% dalla Russia, per un altro 25% dall’Algeria, circa il 16% tra Olanda, Germania e Norvegia, il resto dalla Gran Bretagna, in scarsa quantità, 4,5 mld dalla Libia e poi una produzione interna di circa 11 mld di metri cubi. Questi dati sono forniti dal World Oil Gas Review, che è l’organizzazione con cui le multinazionali pubblicano i dati annuali. Attualmente quindi il fabbisogno energetico di gas è già coperto. Nel frattempo sono in costruzione altri due gasdotti, il gasdotto che dall’Algeria farà la Sardegna, passerà da Piombino con una capacità di 8 mld di metri cubi e che sarà concluso nel 2010. E in più c’è un altro gasdotto che dall’Albania arriverà a Brindisi per altri 8 mld di metri cubi.

Nel piano industriale del 2005 l’Eni già diceva che il gas in Italia è troppo. Già dal 2007 ci sono 7 mld di metri cubi in più. In realtà il gas quest’anno avanza ancora di più, circa 10 mld di metri cubi a causa dell’inverno estremamente caldo. E allora da dove nascono gli allarmi sul gas in Italia? Perché noi pensiamo di fare dell’Italia il Paese con più impianti e capacità di rigassificazione al mondo dopo il Giappone? Il porto di Trieste, da solo, se si faranno i due impianti di rigassificazione, avrà la stessa capacità degli Stati Uniti d’America. Attualmente negli Usa ci sono quattro impianti di rigassificazione, di cui uno è dell’Eni e sta a Cameron in Louisiana. L’Eni porta gas che viene liquefatto in Nigeria.

Nel periodo di maggior allarme, creato a mio modo di vedere artificialmente, ci hanno detto che dalla Russia ci tagliavano il 5% del gas tutti i giorni il Tg1 apriva con questa notizia- noi cittadini abbiamo pagato. Vi ricordate? Un decreto per abbassare la temperatura di un grado nei condomini e negli uffici e una bolletta più cara del 14%. In realtà, durante la crisi del gas tutte le compagnie che producono elettricità da turbogas stavano esportando energia elettrica all’estero. Perché? Dal 2005 per la prima volta le compagnie italiane sono riuscite a produrre, in alcune ore della giornata, energia elettrica a basso costo addirittura competitiva con quella francese prodotta col nucleare. Quindi, mentre da noi ci facevano stringere la cinghia, nel frattempo Eni, Enel, Endesa e altre tre o quattro società esportavano energia elettrica prodotta con gas all’estero. Secondo me, l’allarme gas è stato creato appositamente per il suo enorme impatto economico. Se il rigassificatore di Livorno venisse fatto, poi bisognerebbe allacciarlo alla rete nazionale. L’allaccio lo farebbe una società
controllata da Eni. Endesa offre 500 mln di euro per attaccarsi al rigassificatore e Saiben gliene chiede 800. Allora, se voi pensate che soltanto l’allaccio del vostro rigassificatore porterebbe 800 mln a questa società del gruppo Eni, noi avremmo qualcosa come 8 mld di euro che vanno nelle tasche di Eni.

*Associazione A Sud, Osservatorio Eni

C’è un progetto delle multinazionali di fare dell’Italia la base del gas in Europa, altrimenti non avrebbe senso farne 10, per un totale di 74 mld di metri cubi l’anno. Rosignano avrà una capacità di 8 mld. Quindi 74 + 85 dei gasdotti, l’Italia da sola avrà il 30% dell’intero mercato del gas liquido mondiale, che attualmente vale 188 mld di metri cubi liquefatti e rigassificati. In Italia sono stati presentati 60 progetti di turbogas. Quindi, voi capite cosa sta succedendo? Livorno, come tutte le altre aree scelte, è un’area già martoriata: si presentano progetti dove già c’è qualcosa. Ma veramente noi vogliamo fare dell’Italia la base del gas in Europa? Ma veramente?

Torna all'archivio