[28/05/2007] Parchi

Se le Anpil assomigliano sempre più a foglie di fico...

PISA. Riccardo Conti prima in risposta al direttore del Tirreno poi il Presidente Claudio Martini in una intervista al giornale assicurano che in Toscana, a fare sul serio, si è già cominciato. Il riferimento ovviamente è a tutto quel che si detto a proposito e anche a sproposito sulle politiche ambientali nella nostra regione.
Conti e Martini ricordano opportunamente gli importanti documenti recentemente approvati che garantirebbero per il futuro. Insomma abbiamo finalmente chiuso i cancelli per evitare il ripetersi di quei brutti episodi che hanno offuscato e non poco la nostra immagine e non soltanto sul piano nazionale. E trovo giusto in particolare il riferimento del Presidente a guardare alla complessità dei problemi in una logica ‘protestataria’ tipica di certi comitati.

Devo dire però che trovo un po´ troppo rassicurante al limite della semplificazione questa risposta che mi sembra non tener sufficentemente conto che le questioni che rimangono aperte sono ancora molte e delicate. Intanto continuo a trovare inspiegabile il silenzio che perdura (anche in queste risposte) a proposito delle nostre esperienze - specialmente guardando al futuro - nelle aree protette ossia in quei territori soggetti sia pure in forme diversificate a tutele in qualche modo speciali ossia non ordinarie. Eppure proprio qui accanto a risultati di tutto rilievo anche in sede europea si sono manifestate alcune delle più macroscopiche contraddizioni nelle recenti e non ancora concluse polemiche sulle nostre magagne.

C’è un’area protetta dal nome pomposissimo in Val d’Orcia del cui operato (?) e dimensione è lecito – anzi doveroso- diffidare. Ci sono problemi delicati e controversi in Val di Cornia ove operano un Anpil (come nel senese) dei siti comunitari, un parco interprovinciale di Montioni che forse meriterebbero una qualche maggiore attenzione anche regionale. C’è una legge regionale sui parchi che ha superato i 10 anni da rivedere (credo ci si sia messo finalmente mano) anche perché ‘penalizzata’ dall’altra legge regionale del 2005 sul governo del territorio.

Legge da rivedere specie per quanto riguarda le Anpil che in diversi –troppi- casi sembra più una foglia di fico che una reale area protetta. Insomma nonostante il Pit e il Praa ci sono questioni aperte specie nel momento in cui si sta discutendo del nuovo codice delle autonomie che secondo alcune posizioni circolanti nell’UPI –tanto per fare un esempio - complicherebbero ulteriormente il ruolo della pianificazione proprio nei parchi e delle altre aree protette facendone uno spezzatino. Conclusione, se come ci assicurano Conti e Martini abbiamo iniziato a fare sul serio mettiamo mano anche a queste questioni senza aspettare altre cacce allo ‘scandalo’.

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