[25/05/2007] Comunicati

Il futuro della Toscana a base di bandiere blu e caciotte?

FIRENZE. «La Toscana che, con le Bandiere blu 2007, ha conquistato la maglia rosa delle Regioni italiane per qualità del mare e della costa, passa anche l’esame dell’annuale rapporto sulle acque di balneazione del ministero della Salute sulla base del monitoraggio gestito dalle agenzie Arpa e dalle aziende sanitarie che vede il 98% delle coste della Toscana controllate e balneabili (terza dopo Friuli e Molise)».

Questo il commento di Erasmo D’Angelis (Margherita), presidente della commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale.
«Anche se non manca qualche deficit di depurazione - continua D´angelis - questa è la dimostrazione evidente che è nell’ambiente naturale, sociale, storico e culturale che la nostra Regione ha il suo elemento d’eccellenza e di competizione. Sempre di più conterà nel futuro quella grande industria legata al turismo ecocompatibile e alla qualità del territorio, alle sue produzioni tipiche e alla gestione del patrimonio culturale, settori che insieme a quello dei servizi già oggi garantisce il 72% della ricchezza regionale».

«Questo record di balneabilità – conclude il consigliere della Margherita – deve spingere sempre di più a migliorare la depurazione, le raccolte differenziate dei rifiuti, le aree pedonali nelle città, le piste ciclabili, le aree verdi, il divieto assoluto di accesso alle spiagge per gli autoveicoli, la cura dell’arredo urbano e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Si tratta di indicatori che sempre più trovano spazio nelle politiche dei nostri Comuni e che costituiscono il miglior biglietto da visita della Toscana nel mondo».

Il consigliere D´Angelis esprime un´idea di futuro che, nella divisione nazionale e internazionale del lavoro, relega la Toscana a luogo di vacanze e... produzione di caciotte. La ricerca e l´innovazione industriale (di processo e di prodotto) sono espunte da questa visione.

Non si accorge il consigliere che, anche quelle misurazioni della qualità delle acque, non sarebbero state possibili senza la tecnologia ( e quindi l´industria), anche la stagionatura e la lavorazione delle caciotte ( come del vino di qualità) non sarebbe possibile senza la tecnologia ( e quindi l´industria)?

Di più: siamo sicuri che la lotta alla precarizzazione passi da questa autorecinzione del modello economico toscano? Di più, ancora: siamo sicuri che "l´industria turistica legata alla qualità dell´ambiente" non abbia un limite quantitativo?

Ma le discussioni infinite sui PRS, allora, cosa vengono fatte a fare?

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