[23/05/2007] Rifiuti

Inceneritori di Valpiana e Casone, i risultati dell´indagine su latte e sangue (animale e umano)

GROSSETO. La Provincia di Grosseto, a metà del 2004, ha affidato alla Asl, che ha coordinato un gruppo di lavoro composto ad Arpat, Centro per lo Studio dei Sistemi complessi dell’Università di Siena, in collaborazione con Istituto Superiore di Sanità, la realizzazione di un’indagine sul latte e il sangue, animale ed umano, nelle aere limitrofe agli impianti di incenerimento di rifiuti di Valpiana e del Casone. La richiesta di questa ricerca era stata avanzata dal Consiglio provinciale che, nella seduta del 5 novembre 2002, aveva approvato all’unanimità una mozione in proposito.

L’obiettivo dello studio, finanziato dalla Provincia e dalla Fondazione del Monte dei Paschi, era quello di verificare il livello di concentrazione di diossine (PCDD), furani (PCDF) e metalli pesanti (cromo totale, cadmio e piombo) e verificare l’eventuale ricaduta delle attività degli impianti sull’uomo. Oltre a questi esami, per valutare possibili fattori di influenza di altra origine, negli allevamenti sono stati effettuati anche prelievi di mangimi.
Domani verranno presentati i risultati di questa indagine che si è articolata in fasi piuttosto complesse e che ha sortito risultati compatibili con la situazione, ad effetti sovrapposti, di un’area industriale che si estende su tutto il Golfo di Follonica, da Piombino a Scarlino.

Intanto, per quanto riguarda la situazione dei metalli pesanti nel latte animale, solo 1 allevamento sugli 8 analizzati ha evidenziato un valore di piombo di 0.03 mg/kg superiore al livello massimo, indicato dalla normativa comunitaria in 0.02 mg/kg.

Per quanto invece riguarda il sangue umano, tutti i metalli rilevati sono in concentrazione inferiore ai livelli indicati dalla “Società italiana valori di riferimento”, ad esclusione del mercurio che risulta con intensità diversa nei gruppi di campioni rilevati.

Assolutamente rassicurante la situazione per quanto riguarda le diossine che sono risultate al di sotto dei limiti di legge in tutti i campioni di latte bovino e ovino analizzati. Solo il risultato di un allevamento è poco chiaro rispetto alle concentrazioni di Policlorobifenili (PCB), la cui causa non è ben chiara, e potrebbe richiedere un supplemento di indagine.

La stessa situazione positiva vale per la ricerca di diossine sul sangue umano. Anche in questo caso i dati rilevati non evidenziano alterazioni, né significative differenze tra i campioni delle cosiddette aree sensibili e quelli delle aree di controllo, indagate come termine di confronto. Un modesto incremento delle percentuali è stato registrato nei gruppi di età media più elevata, ma comunque compatibile con l’accumulo di questi elementi che viene osservato con l’aumento dell’età.

"I dati ottenuti – spiegano i tecnici - evidenziano, in tutti i gruppi della popolazione osservata, una preponderanza del contributo dei bifenili, rispetto a quello delle diossine. In questo caso la situazione è compatibile con l’ipotesi di una pregressa esposizione a PCB, legata ad attività generica di tipo industriale".

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