[21/05/2007] Energia

Ricercatori pisani in Brasile per sviluppare progetti sulle rinnovabili

PISA. L’appuntamento è in Brasile a Foz de Iguaçu, l’oggetto è la firma dell’accordo per la collaborazione tecnico scientifica internazionale dell’Università di Pisa.
Il protocollo prevede un importante scambio di docenti, ricercatori e studenti sulle questioni ambientali ed energetiche (e non solo) e verrà siglato martedì dall’Ateneo di Pisa, dall’Università federale del Panamà e da Itaipù Binazionale.

Itaipù è l’impresa pubblica a capitale misto tra Brasile e Paraguay che dirige la più grande pianta operativa di forza idroelettrica nel mondo: la diga sul fiume Paranà. La produzione energetica dell’impianto riesce a coprire il 90% della necessità energetica del Paraguay e il 25% di quella del Brasile.
Dal 2003 Itaipù ha dato inizio a una serie di progetti di sviluppo socio ambientale e socio economico fra cui “Coltivando acqua buona”, un programma di gestione ambientale dei bacini idrici improntato sul principio della sostenibilità.

«Un programma notevole – spiega Roberto Spandre, professore di Geologia applicata del dipartimento di Scienze dell’uomo e dell’ambiente presso l’Università di Pisa - che ha portato a sviluppare varie iniziative fra cui la collaborazione con l’Università di Pisa. Itaipù da 4 anni si occupa del settore ambientale apportando alle comunità locali una quantità di finanziamenti di 10/12 milioni di dollari all’anno (come minimo). Il che non è poco considerando le dimensioni dei due paesi e della popolazione. Fra Panama e Brasile si contano 1,5 milioni di abitanti».

«E’ anche da ricordare – aggiunge Roberto Spandre - il progetto per la salvaguardia del bacino del Paranà III contro gli effetti dei cambiamenti climatici. Promosso dalla Comunità europea, contribuisce alla collaborazione internazionale. Del resto per risolvere i problemi socio-ambientali comuni ai paesi è necessaria una collaborazione internazionale e dunque studi che vedono coinvolti due o tre nazioni».

Quali sono gli obiettivi dell’incontro di domani?
«Sicuramente la sottoscrizione della convenzione, ma dietro la firma c’è altro: un impegno più attivo che dovrà svilupparsi nel tempo e nella pratica. Il sostegno e l’indotto sono ben più consistenti.
L’incontro è importante non solo per la sottoscrizione dell’accordo, ma anche per i contatti che avremo. Pensiamo all’incontro con il presidente Lula al quale parteciperà anche la nostra ambasciata, entusiasta della collaborazione. Spingendo la cooperazione interuniversitaria premiamo i settori delle scienze ambientali in generale».

Quale sarà il vostro campo di studio?
«Lavoriamo prevalentemente nel settore dell’energia e delle risorse rinnovabili, soprattutto in un ottica di un mondo rurale: entrare nel mondo agricolo e assistere alla trasformazione del ciclo interattivo del sistema di gestione.
Il progetto riguarderà anche altri settori come la produzione di software, corsi di lingue e insegnamento a distanza incluso anche il settore turistico. Uno scambio culturale e di esperienze internazionale dove noi per primi abbiamo molto da imparare da loro. Pensiamo che Panama è stata una pioniera nella raccolta differenziata».

Quali sono le sue aspettative?
«Creare un sistema basato sulla formazione con scambi intensi ed attivi con partecipazione delle università. E poi creazione di progetti congiunti che comportano una fase di ricerca e una fase applicativa. Il riscontro pratico è necessario per verificare quello che abbiamo studiato».




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