[21/05/2007] Comunicati

Bandiere Blu: facciamo chiarezza

Puntuale come i temporali di stagione, arriva anche quest’anno la polemica sulle Bandiere Blu, sui criteri di concessione, sulle esclusioni eccellenti…e sulle inclusioni discutibili.
Facciamo chiarezza intanto su un aspetto di carattere fondamentale: questi riconoscimenti, per quanto apprezzabili, appartengono alla categoria delle azioni volontaristiche. Gli stessi non sono la risultante di una analisi complessiva di tutto il mare e delle coste dell’intero Paese.

Anche il caso e la metodologia adottati dalla “Goletta verde” (di cui senz’altro si parlerà con gli stessi toni tra qualche settimana) fa parte della stessa categoria, e questo spiega, in parte, perché non vi sia coincidenza tra i due strumenti, per quanto quest’ultimo, la Goletta Verde , valutando tutte le situazioni, appaia seguire un percorso più logico di quello episodico adottato delle Bandiere blu. Purtroppo, invece, leggendo commenti e lamentazioni, si ricava l’idea che un Organismo (pubblico o similpubblico) sopranazionale conceda o meno queste attestazioni sulla base di criteri oggettivi e di una analisi generale. Il che non è.

Questo è assai grave perchè può ingenerare nell’utente finale l’idea che vi siano nelle aree non “riconosciute” situazioni molto compromesse dal punto di vista ambientale e pertanto da evitare. Plateale, da questo punto di vista, la totale assenza dell’Elba e di Capraia dagli “elenchi 2007”, che attiva le giuste proteste del Presidente degli albergatori elbani Antonini perché se ne ricava una immagine non veritiera e fuorviante.

Tale aspetto nebuloso è anche da collegare ai più volte evidenziati controlli da parte delle Arpa regionali che, in quanto Organismi Pubblici, dovrebbero star fuori da una partita totalmente privata.
Il secondo aspetto da chiarire riguarda il tema della attivazione della richiesta e dei relativi costi che, abbiamo visto, non sono inferiori ai 20.000 euro, non poco nel caso di un piccolo comune.
Di nuovo non si spiega a quale titolo le Arpa Regionali possano percepire denaro in riferimento ad azioni non originate dalla mano pubblica.

Comunque è opportuno chiarire in via definitiva che queste “pratiche” si aprono su richiesta dei Comuni, ma anche mettere in evidenza che la mancata richiesta non significa che manchino le condizioni e che quindi in quella località il mare sia meno pulito che altrove.

Siamo soltanto nell’ambito delle azioni discrezionali e volontaristiche, come capita per molti strumenti presenti sul campo.
Neanche significa che un sindaco sia più “virtuoso” di un altro, anzi è possibile – con le polemiche in atto- che sia da valutare positivamente la scelta di starsene fuori da questa non bella storia.
Ma l’aspetto sul quale soprattutto vorrei richiamare l’attenzione (lo dico, questa volta, senza polemiche) è che questi riconoscimenti, per quanto se ne riesce a capire, non sono correlati a criteri di analisi scientifica rigorosi , uniformi ed, in quanto tali, valutabili con lo stesso metro.

Lo stesso utilizzo di Arpa regionali diverse tra loro per struttura e strumentazione, lascia il campo a più di una perplessità. E così vediamo Regioni attive ed altre nelle quali questo strumento risulta ancora un oggetto misterioso. Ne discende uno stato di salute dei nostri mari a macchia di leopardo, illeggibile e confuso.
Sinceramente meglio di così, niente.

Naturalmente ho una conclusione ed una proposta perché l’idea di una valutazione precedente alla stagione estiva non è male.
La mia conclusione è che il Ministro dell’Ambiente, al posto di tanti annunci, dovrebbe metterci le mani, riprendere la questione ed eventualmente farsi carico, magari con il supporto e la collaborazione delle Associazioni Ambientaliste più caratterizzate dal punto di vista del rigore scientifico, di rilasciare Attestazioni probanti ed affidabili

*Presidente Mareamico

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