[24/02/2006] Aria

I sindacati: «Senza un pensiero autonomo lavoro e ambiente non si difendono»

PIOMBINO (Livorno). «La storia e la tradizione di questa città e di questo territorio è costellata da una coerenza di atti e di scelte politiche che hanno visto molti soggetti impegnati a difendere il lavoro industriale ritenendolo un elemento importante dall’economia. Questa scelta è stata sempre affrontata avendo bene in mente che il lavoro si difende se abbiamo un progetto credibile ed una propria autonoma posizione». Comincia così una nota firmata da Cgil, Cisl e Uil di Piombino, congiuntamente a Fiom, Fim e Uilm, sul rapporto città-fabbrica.
«Noi – proseguono le organizzazioni sindacali riferendosi all’autonomia delle proprie posizioni – pensiamo di averla sempre avuta, spesso insieme ad altri, a volte da soli. Ma ciò che ci ha sempre spinto è stata una nostra autonoma posizione a difesa del lavoro e della salvaguardia ambientale e questo è avvenuto senza sudditanza o subalternità a nessuno. Negli anni ‘90-’93 i lavoratori, la città, il territorio, hanno lottato per difendere la propria dignità, per difendere l’occupazione ed affermare la vivibilità ambientale pagandone anche conseguenze legali. E’ proprio perché abbiamo nel nostro bagaglio anche questa storia che non ci faremo strumentalizzare o peggio ancora delegittimare».
«Noi continuiamo a pensare – dicono i sindacati – che andrebbe colta la novità che siamo di fronte ad un nuovo assetto proprietario ed é per questo che occorrerebbe sperimentare scelte e comportamenti che se andavano bene con Lucchini, forse oggi non vanno bene con la Severstal. L’arte della mediazione è difficile da praticare, ma è altresì chiaro che non possono essere gli avvocati a dettare lo strategie sennò i risultati sono questi che viviamo oggi. Dopo di che, se questo fosse il metodo, potremmo arrivare alla conclusione che gran parte del ciclo produttivo andrebbe ridiscusso. Noi su questa strada non ci siamo! Per noi il mantenimento del ciclo integrale è l’elemento principe di una politica industriale degna di questo nome».
«Non si tratta – proseguono Cgil, Cisl e Uil – di subire il ricatto occupazionale, ma il mantenimento di centinaia e centinaia di posti di lavoro non può essere solo un problema del sindacato, come qualcuno vorrebbe far credere. Anche noi siamo per una modernizzazione ecologica dell’industria ed a questo proposito la Severstal deve dire con chiarezza quali sono i suoi progetti, ma pensiamo altresì che questo deve avvenire non contro il lavoro, ma a difesa dl questo. Perché se non c’è più il lavoro – concludono i sindacati - forse si è risolta la questione ambientale, magari però si apre qualche altro problema!».

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