[10/05/2007] Acqua

Acqua, ecco i numeri dell´emergenza in Toscana

FIRENZE. Sono stati presentati oggi in commissione regionale Territorio e Ambiente dall’assessore regionale all’Ambiente i dati sulla situazione idrica della nostra regione. E c’è poco da stare allegri. La Toscana è in pieno deficit idrico. Le precipitazioni – sempre secondo i dati presentati - sono notevolmente diminuite nell’ultimo decennio, è cresciuta la temperatura media, i fiumi hanno sempre meno acqua. Il 15 maggio arriverà in Consiglio la legge regionale che proclama lo stato di emergenza per la Toscana e prevede una serie di misure per contenere il consumo idrico nella prossima estate.

Secondo i dati del Servizio ideologico regionale, le precipitazioni sono diminuite del 19% rispetto al periodo 1997-2006 e del 17% rispetto al 2003. Le zone più colpite della Toscana sono state le province di Arezzo e Siena, con flessioni delle piogge del 28% e 27% rispetto al decennio. Accanto a questo fenomeno si è assistito anche a un innalzamento della temperatura media di tre gradi, sempre negli ultimi dieci anni. Altro dato preoccupante è la situazione dei fiumi in Toscana. Le portate sono diminuite rispetto alla media del 2001-2006: l’Arno, secondo i rilevamenti a Nave di Rosano, del 44%, mentre l’Ombrone del 70% a Sasso d’Ombrone.

Per rallentare questa situazione e fare in modo che non degeneri nella prossima estate, la Regione Toscana dichiarerà lo stato di emergenza nella prossima seduta del Consiglio regionale, con un apposita legge. Il provvedimento, come illustrato oggi dall’assessore, prevede, fra l’altro, di velocizzare gli espropri e l’occupazione di emergenza dei terreni. Il fine principale è quello di coinvolgere la popolazione nella riduzione degli sprechi e punire quelle situazioni in cui l’acqua non viene destinata principalmente ad uso civile. Il tutto per limitare al massimo le carenze idriche. Per il presidente della commissione regionale Ambiente, «è necessario procedere al più presto alla nomina di un commissario per gestire al meglio l’emergenza. Anche perché questo non è il problema di una stagione ma è destinato a durare negli anni».

Torna all'archivio