[08/05/2007] Consumo

La Fao: «Cibo, diritto umano»

ROMA. L’insicurezza alimentare colpisce un settimo della popolazione mondiale, ed alla vigilia del sessantesimo anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il diritto a non morire di fame resta eclissato da altri problemi. 850 milioni di esseri umani sono private di un’alimentazione sufficiente, per questo, la Fao rilancia il diritto all’alimentazione come diritto umano essenziale, come elemento base per sopravvivere degnamente., un imperativo morale e politico che «è soprattutto un obbligo giuridicamente sanzionabile».

Dopo il summit mondiale dell’alimentazione del 1996, la Fao ha lavorato con governi di 150 Paesi ed Ong per promuovere il diritto al cibo, ma rimane un numero molto elevato di persone sotto-alimentate e, in parallelo, aumenta il numero degli obesi nei paesi sviluppati.

«Le direttive dell’Onu sul diritto all’alimentazione costituiscono uno strumento pratico per aiutare i Paesi a lottare contro la fame – spiegano alla Fao - Formano un insieme di raccomandazioni coerenti fondate, tra l’altro, sul lavoro la terra, l’acqua, le risorse genetiche, la sostenibilità, le reti di sicurezza o ancora l’educazione, il tutto su scala internazionale. Incoraggiano ugualmente l’allocazione di risorse di bilancio a programmi di lotta contro la fame e la povertà, come quelli intrapresi in Brasile e Mozambico».

Gli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo prevedono la riduzione della fame alla metà entro il 2015, ma occorrono ancora maggiori sforzi per far arrivare la voce flebile delle vittime della fame ai potenti del mondo e per far rispettare ai governi gli impegni presi.
«Il diritto all’alimentazione non è un’utopia – dice Barbara Ekwall, coordinatrice dell’Unità per il diritto all’alimentazione della Fao –Può diventare una realtà per tutti. Certi paesi avanzano con buon senso, ma questo dipende anche dal contributo di ognuno di noi».

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