[04/05/2007] Acqua

Siccità, ora Legambiente e Wwf chiedono interventi strutturali

LIVORNO. La decisione presa oggi dal consiglio dei ministri di accettare la richiesta di stato di crisi avanzata dalle regione del centro nord è stata salutata da Legambiente come «un provvedimento necessario, che deve essere seguito subito dalla riorganizzazione dell’intero sistema di gestione dell’acqua». Così il presidente di Roberto Della Seta, commenta lo stato d´emergenza per la siccità in particolare nel bacino del Po.

«I presidenti delle Regioni e i prefetti avranno ora gli tutti strumenti, anche economici, per gestire la situazione di allarme – aggiunge Della Seta – ma è necessario che si inizi a lavorare per una corretta e migliore gestione della risorsa idrica che da una parte riduca la domanda e i consumi e dall’altra incrementi l’efficienza degli usi, per evitare, anche in risposta ai mutamenti climatici in atto e quindi ad una riduzione consistente delle riserve idriche a disposizione, ulteriori fenomeni di crisi per il Paese».

Per Legambiente si dovrebbe partire dall’agricoltura, insieme vittima e corresponsabile della penuria idrica. Tra le proposte dell’associazione quella di ripensare da subito il sistema di irrigazione dei terreni agricoli, quasi totalmente fondato sulla modalità a pioggia, per riconvertirlo il più possibile ai sistemi di microirrigazione e a goccia, che possono garantire almeno il 50% del risparmio di acqua utilizzata.

Al secondo punto tra le proposte di Legambiente c’è la revisione del sistema di tariffazione degli usi dell’acqua, cancellando la vendita a forfait di acqua da irrigazione per le imprese agricole.
Infine per la rete di distribuzione occorre trovare le risorse economiche, anche agendo sulle tariffe, per ammodernare gli acquedotti e le reti cittadine di distribuzione. Infine è necessario potenziare il sistema dei controlli preventivi da parte degli enti locali, ma anche di quelli repressivi da parte delle forze dell’ordine, dei prelievi abusivi di acqua dalle aste fluviali e dalle falde, così come occorre aggiornare il censimento dei pozzi di prelievo idrico ed irriguo, per affrontare in maniera un po’ più aggressiva ed efficace problemi annosi e irrisolti.

Per il Wwf quello decretato oggi è «l’ennesimo stato di emergenza nel giro di pochi anni: negli ultimi 15 anni in Italia si sono contate 5 alluvioni e 4 siccità, molte falde sono inquinate mentre argini, dighe, prelievi abusivi, captazioni eccessive, canalizzazioni completano il drammatico quadro delle aggressioni a fiumi e acque dolci, come il WWF aveva sintetizzato nel Dossier “Acque 2007. L’emergenza siamo noi”.

Per il Wwf è quindi importante, sì gestire lo stato di crisi, ma è necessario andare oltre il meccanismo cronico dell’emergenza: è forse la nostra ultima occasione per recepire le norme europee ed applicare le leggi esistenti per rifondare la pianificazione degli usi della risorsa idrica, e restituire alle autorità di bacino il ruolo centrale ed ineludibile che spetta loro.

«Da un lato c’è la necessità di accumulare acqua nei bacini di montagna per gli usi del settore idroelettrico, che avrà il picco della produzione tra luglio e agosto. Dall’altro lato, gli agricoltori hanno bisogno di acqua per irrigare soprattutto tra maggio e giugno. Entrambi hanno diritti acquisiti, garantiti da concessioni da parte dello Stato - ha dichiarato Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia - Quello della siccità è quindi soltanto un problema politico. Esistono leggi, in particolare la Direttiva Quadro Acque, che permettono di ridiscutere la gestione e la ripartizione delle acque e pianificare le azioni sul medio e lungo periodo (come del resto sta facendo tutta l’Europa), ma l’Italia non sembra volerle applicare.
Al contrario, si stanno delegittimando le Autorità di Bacino, gli unici enti che possono intervenire in maniera efficiente sull’acqua perché gli unici ad avere le competenze necessarie e una visione complessiva del problema. E non ci sono risorse economiche, o meglio, sono state tagliate le risorse economiche che dovevano servire alla gestione ordinaria dei fiumi e del Territorio. Ecco perché è per il WWF senz’altro giusto portare avanti lo stato di emergenza e gestirlo nel migliore dei modi».

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