[04/05/2007] Comunicati

Ipcc: «Abbiamo 20 o 30 anni di tempo per ridurre i gas serra»

LIVORNO. Il terzo report, Climate Change 2007: Mitigation of Climate Change, è stato finalmente approvato dall’Ipcc, dopo una faticosa opera di mediazione che ha visto Cina ed India, appoggiate da Usa ed Australia, cercare di rendere meno pressanti le "misure di attenuazione" richieste dai 400 delegati di 120 Paesi, che si sono messi d´accordo su un testo di sintesi di una ventina di pagine sul riscaldamento della Terra. Per l’Ipcc i prossimi 20 o 30 anni saranno cruciali per attenuare il riscaldamento del Pianeta, ma secondo scienziati e specialisti il Mondo dispone di tecnologie per raggiungere questo obiettivo ad un costo moderato.

Ma Ogunlade Davidson, il co-presidente di un gruppo di lavoro Ipcc che ha presentato la sintesi del dibattito di Bangkok, ha avvertito nella conferenza stampa finale che «se continuiamo a fare quel che facciamo attualmente, avremo dei seri problemi». «Il documento - ha detto Rajendra Pachauri (Nella foto), presidente dell’Ipcc – riassume le intenzioni dei decisori politici, che gli esperti dell’Ipcc hanno approvato, identifica chiaramente delle misure per lottare contro il cambiamento climatico ad un costo relativamente moderato».

«Esiste un potenziale importante per ridurre le emissioni nei prossimi decenni - ha chiarito Bert Metz, co-presidente del gruppo di lavoro III. – E questo potenziale é quello che permetterà di compensare la crescita delle emissioni di gas serra con le tecnologie attuali. Ci sono tante cose che possiamo fare a costi bassi. Tutti i settori potranno contribuire alla riduzione delle emissioni in tutti i Paesi del Mondo. Il settore delle costruzioni é quello che offre il più gran potenziale per delle azioni a basso costo. Ridurre la deforestazione permetterà ugualmente d’apportare un contributo maggiore alle riduzione delle emissioni».

Parole piene di fiducia, visto che proprio la questione dei costi della lotta contro il global warming ha dominato i cinque giorni della discussione di Bangkok, con scontri e resistenze che hanno visto protagonisti i paesi a più rapida crescita, come la Cina. Per gli scienziati e gli esperti rimane l’allerta e la necessità di muoversi velocemente : «Gli sforzi d’attenuazione nei prossimi 20-30 anni avranno un largo impatto sulle possibilità di raggiungere i livelli più bassi di stabilizzazione delle emissioni di gas serra», si legge nella sintesi dell’Ipcc.

Secondo lo scenario migliore prospettato dall’Ipcc, queste emissioni sono destinate a raggiungere un picco entro il 2015 ma dovranno decrescere in seguito se si vuol contenere l’aumento delle temperature medie mondiali tra + 2°C e + 2,4 gradi. «Ma più si vorrà ottenere un livello di stabilizzazione basso, più velocemente questo picco dovrà essere ridotto e il declino delle emissioni iniziare», sottolineano gli esperti.

Secondo il documento, per stabilizzare questo inquinamento a livelli di 445-490 parti per milione (ppm) di CO2 e contenere tra 2 e 2,4 gradi il rialzo delle temperature rispetto al periodo preindustriale occorre che, dopo il picco del 2015, entro il 2050 ridiscendano del 50% rispetto agli attuali livelli fino a raggiungere le 379 ppm. Altrimenti il rialzo delle temperature potrebbe raggiungere entro il 210 i + 6,4 gradi rispetto al periodo 1980-1999.

Il primo commento ufficiale europeo ai risultati del convegno dell’ Intergovernmental Panel on Climate Change arriva dal commissario all’ambiente dell’Ue Stravros Dimas che vede nell’accordo faticosamente raggiunto dal working group III dell’Ipcc la conferma delle analisi dell’Unione Europea sulle emissioni globali da ridurre drasticamente nei prossimi 15 anni. Secondo Dimas il report projects sottolinea la necessità di una urgente azione per tagliare le emissioni di gas climalteranti entro il 2030 tra il 25 ed il 90% rispetto ad oggi, per evitare che il global warming raggiunga livelli pericolosi.

«Questo importante report dell’Ipcc – ha detto il commissario Dimas –conferma che una significativa riduzione globale dei gas serra é essenziale ed urgente. Si è fatta una ricognizione delle tecnologie e delle politiche e dei costi necessari oggi, ma questa non é una scusa per non agire. Le conclusioni supportano pienamente l’obiettivo dell’Unione Europea per I paesi in sviluppo di ridurre le emissioni del 30% rispetto al livello del 1990 entro il 2020, e le emissioni globali di molto entro il 2050, ci sono buone chance per limitare il global warming non oltre i due gradi rispetto al livello preindustriale. Ora, non resta molto tempo alla comunità internazionale per darsi ambiziosi target di riduzione. Il negoziato per un nuovo accordo globale sul cambiamento climatico deve essere lanciato alla prossima conferenza ministeriale Onu in dicembre».

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