[02/05/2007] Comunicati

Benedetto XVI lancia «la sfida dell´ambiente e dello sviluppo sostenibile»

ROMA. Il papa torna a parlare di ambiente e a distanza di pochi giorni dal seminario nel quale a Roma sono stati riuniti un’ottantina di scienziati per discutere delle conclusioni a cui sono giunti i 2500 scienzati dell’Ipcc: Benedetto XVI ha affermato che ormai «La comunità internazionale riconosce che le risorse del mondo sono limitate e che è dovere di ogni popolo attuare politiche miranti alla protezione dell´ambiente, al fine di prevenire la distruzione di quel patrimonio naturale i cui frutti sono necessari per il benessere dell´umanità».

Una presa di posizione piuttosto netta, e in parte anche piuttosto lontana da quella a cui era giunto il cardinal Martino al termine della conferenza internazionale promosso dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace: il mondo scientifico «continui il suo preziosissimo lavoro - diceva Martino - finalizzandolo ad una adeguata comprensione e ad un illuminante chiarimento delle cause» che sono alla base del riscaldamento globale. Quindi non considerando affatto chiuso il dibattito scientifico sulle cause dei cambiamenti climatici, in particolare sulla acclarata (secondo l´Ipcc) responsabilità umana.

Nel suo messaggio di augurio in occasione della riunione della Pontificia accademia delle scienze sociali per la sua tredicesima sessione plenaria il papa ha invece invitato i singoli popoli a impegnarsi contro la distruzione dell´ambiente. L´incontro dell´Accademia quest´anno è stato dedicato al tema "Carità e giustizia nei rapporti fra Popoli e Nazioni" e per raggiungere l’obiettivo di una società più giusta secondo Joseph Ratzinger si trova tre sfide da affrontare, di cui «la prima sfida riguarda l´ambiente e uno sviluppo sostenibile – prosegue il messaggio - Vi è bisogno di una capacità di valutare e di prevedere, di monitorare le dinamiche del cambiamento ambientale e dello sviluppo sostenibile, di delineare e applicare soluzioni a livello internazionale. Particolare attenzione deve essere rivolta al fatto che i Paesi più poveri sono quelli che sembrano destinati a pagare il prezzo più pesante per il deterioramento ecologico».

Nel messaggio per la giornata mondiale della pace del 2007 il papa aveva già sottolineato che «la distruzione dell´ambiente, un suo uso improprio o egoistico e l´accaparramento violento delle risorse della terra generano lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché sono frutto di un concetto disumano di sviluppo».

Nell´affrontare le sfide della protezione dell´ambiente e dello sviluppo sostenibile, il papa sottolinea ora che i cristiani «sono chiamati a promuovere e a salvaguardare le condizioni morali di un´autentica ecologia umana. Questo, d´altra parte, esige una relazione responsabile non soltanto con la creazione ma anche con il nostro prossimo, vicino e lontano, nello spazio e nel tempo, e con il creatore», perché «tutto ciò che la terra produce e tutto ciò che l’uomo trasforma e confeziona, tutta la sua conoscenza e tecnologia, tutto è destinato a servire lo sviluppo materiale e spirituale della famiglia umana e di tutti i suoi membri».

Ciò conduce secondo Benedetto XVI ad una seconda sfida, che chiama in causa il concetto di persona umana: «Nonostante il riconoscimento dei diritti della persona in dichiarazioni internazionali e in strumenti legali, occorre progredire per far sì che tale riconoscimento abbia conseguenze sui problemi globali, come quello del crescente divario fra Paesi ricchi e Paesi poveri; l´ineguale distribuzione ed assegnazione delle risorse naturali e della ricchezza prodotta dall´attività umana; la tragedia della fame, della sete e della povertà in un pianeta in cui vi è abbondanza di cibo, di acqua e di prosperità; le sofferenze umane dei rifugiati e dei profughi; le continue ostilità in molte parti del mondo; la mancanza di una sufficiente protezione legale per i non nati; lo sfruttamento dei bambini; il traffico internazionale di esseri umani, di armi, di droghe; e numerose altre gravi ingiustizie».

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