[02/05/2007] Urbanistica

Tav, i conti economici dei danni ambientali non tornano

LIVORNO. Nella seduta di oggi del Consiglio regionale della Toscana si sta discutendo, tra le altre questioni all’ordine del giorno, dei danni ambientali provocati nel Mugello per la costruzione della tratta toscana dell’alta velocità ferroviaria (Tav). Danni si cui non collimano le cifre computate dalle istituzioni da una parte, Ministero dell’ambiente in testa, e dall’altra dai periti della procura di Firenze, incaricati dai titolari dell’inchiesta condotta dai carabinieri di quantificare il danno ambientale.

Nella dettagliata consulenza tecnica, redatta dai professori Donato Romano e Gianluca Stefani dell’Università di Firenze, si arriva infatti ad un valore che oscilla tra i 623 milioni e i 1.174 milioni di euro, considerando la cifra attendibile attorno ai 741 milioni, seppur definita dagli stessi consulenti «estremamente prudenziale».

Cifra dalle 22 alle 14 volte superiore (considerando il valore massimo e quello attendibile) ai 53 milioni avanzati dallo stesso Ministero dell’ambiente, costituitosi parte civile assieme a regione, provincia e vari comuni, nel processo in corso a Firenze che vede 59 persone imputate fra dirigenti della Cavet (il consorzio di imprese cui era stato affidato l’appalto), titolari di aziende che hanno avuto i lavori in subappalto, proprietari di discariche e trasportatori.

La Tav, società concessionaria della progettazione, della costruzione e dello sfruttamento economico della linea, ha affidato l’esecuzione dei lavori- come previsto dalla normativa - ad un general contractor, individuato nella Fiat, che ha a sua volta sub-affidato il contratto alla Cavet, un consorzio di imprese tra cui Impregilo e Fiat Engineering .

Ma come è possibile che vi sia una così enorme differenza sulla valutazione dei danni prodotti dalle opere in corso sull’area del Mugello? E cosa intenderanno fare adesso le istituzioni toscane di fronte a questo problema? Dalla regione ci dicono che ancora non è possibile dare delle valutazioni in merito, perché data la delicatezza della questione, è necessario avere il tempo di approfondire come sia stato possibile giungere a risultati così divergenti.

Anche per Legambiente, associazione anch’essa costituitasi parte civile al processo per i danni prodotti dai lavori per la Tav in Mugello, è difficile fare delle valutazioni nel merito, non avendo la possibilità di leggere le carte che hanno portato a cifre così dissonanti. Fausto Ferruzza, direttore di Legambiente Toscana, ricorda altresì che «la cifra astronomica valutata come danno dai periti della procura potrebbe essere consona al tipo di danno arrecato alla falda idrica, soprattutto valutando il fatto che la ricarica della falda stessa non potrà verificarsi prima dei prossimi trent’anni, e quindi il danno verrebbe in questo modo ad essere reiterato nel tempo. E a questo vanno poi aggiunti i danni relativi all’inquinamento del territorio e quindi alla intera collettività del Mugello».

Torna all'archivio