[02/05/2007] Energia

L´energia solare illumina i poveri

LIVORNO. La vita di oltre 100mila persone che vivono nelle zone rurali più povere dell’India é migliorata grazie ad un progetto dell’Onu che permette loro di beneficiare di più ore di illuminazione elettrica prodotta con pannelli solari. Il progetto pilota del Programma dell’Onu per l’ambiente (Unep) mira a convincere le banche indiane a concedere piccoli prestiti per impianti solari, 300 – 500 dollari, che permettere di far funzionare da due a 4 lampadine. Qualche ora in più di illuminazione ad energia solare (20 - 40 watt), ha già permesso di ottenere un miglioramento per la vita dei bambini, una migliore produttività per i laboratori tessili e di cucitura, e una qualità più alta della frutta messa in vendita in negozi non più affumicati dalle lampade a petrolio.

«Il petrolio utilizzato dai poveri per illuminare è sovente inabbordabile, indisponibile, poco sicuro e malsano e la rete dell’energia elettrica è poco affidabile - spiega Timothy Wirth, presidente della fondazione Onu che finanzia la base del progetto insieme alla Shell - Fornire un po’ di affidabilità e di indipendenza elettrica ai più poveri può cambiare profondamente la loro vita».

Per il direttore dell’Unep Achim Steiner «questo progetto dimostra i benefici multipli che si accumulano quanto si fornisce energia pulita e rinnovabile nei paesi in via di sviluppo. Questi benefici vanno dalla riduzione di emissioni che sono responsabili del cambiamento climatico, alla lotta contro la povertà e contro le gravi conseguenze sulla salute del petrolio di cattiva qualità, in particolare sulle donne e sui bambini nei focolari».

Secondo Steiner progetti come questo potrebbero aiutare a realizzare gli obiettivi del Millennio per lo sviluppo: «il successo di questo progetto dovrà anche servire da catalizzatore per progetti simili in tutto il Mondo in sviluppo e portare ad ampliare il campo delle energie rinnovabili».

«Non parliamo di far funzionare un tostapane, un bollitore o un forno a micro-onde – ha detto Jyoti Painuly, del Centro Unep per l’energia, il clima e lo sviluppo sostenibile – si tratta unicamente di alimentare un pugno di luci a bassa intensità, e magari un piccolo ventilatore, una radio, o un televisore per qualche ora la notte, ma questo può fare ugualmente un’enorme differenza. Il 45% delle persone raggiunte dalla rete elettrica subiscono tagli cronici e quotidiani delle forniture. Gli altri devono percorrere lunghe distanze per acquistare litri di petrolio inquinante per alimentare le loro lampade, a dei prezzi elevati».

Il progetto permetterà anche di creare numerosi posti di lavoro nella produzione di pannelli solari e dei prodotti derivati. Programmi equivalenti sono stati lanciati in Tunisia ed altri stanno partendo in Cina, Indonesia, Algeria, Marocco, Egitto, Messico e Ghana.

Torna all'archivio