[30/04/2007] Acqua

Siccità, anche Toscana e Umbria chiedono lo stato di crisi

ROMA. Mentre a Roma al dipartimento della Protezione Civile si discuteva dell´emergenza siccità, in Pianura Padana, a partire dalla zona di Cremona ma anche nel milanese, è scesa la prima pioggia, che pian piano si è estesa anche a gran parte del centro Italia. Così come previsto dai meteorologi quindi, i primi temporali si sono abbattuti in Lombardia del primo pomeriggio. Sebbene attesi da tempo gli acquazzoni però non sembrano certo sufficienti a placare la sete d´acqua dei campi e del fiume Po in particolare.

Per questo il 4 maggio il governo affronterà l´emergenza in un apposito Consiglio dei ministri che dovrà decidere se dichiarare lo stato di crisi, richiesto da tutte le regioni del bacino del Po e in parte anche da Toscana e Umbria che hanno rappresentato problemi per quanto riguarda l’approvvigionamento idropotabile.

«In particolare il rappresentante della Toscana – spiega la responsabile delle Risorse idrogeologiche della protezione civile, Paola Pagliara – ha spiegato che le criticità maggiori riguardano la situazione di alcune sorgenti che alimentano gli acquedotti. Mentre il territorio che grava sul bacino dell’Arno ha una situazione gestibile con una certa tranquillità, le altre aree della regione presentano una diminuzione significativa della portata d’acqua. Nelle prossime ore dovremo verificare queste situazioni perché il consiglio dei ministri di mercoledì dovrà pronunciarsi sulla richiesta che sarà presentata a Prodi dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso».

Per quanto riguarda il rischio di black out elettrici, Terna ha presentato il proprio piano di contenimento finalizzato ad evitare che le centrali presenti nell’arco del po, strategiche per l’intera rete elettrica nazionale, vadano incontro a situazioni di sofferenza. Infine le Regioni del Po hanno posto l’attenzione su interventi strutturali a medio-lungo termine: «C´è bisogno di ripensare un utilizzo più razionale della risorsa acqua - ha detto il direttore del servizio idrometeorologico dell´Arpa dell´Emilia Romagna, Stefano Ribaldi - E´ chiaro che a breve termine gli interventi possono riguardare la miglior gestione della risorse idriche. Ma poi si deve discutere su interventi a medio e lungo termine di molto più ampio respiro, che coinvolgono anche il ministero dell´Ambiente e dell´Industria».

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