[30/04/2007] Acqua

La festa dell´acqua pubblica

FIRENZE. Festa bagnata, festa fortunata. Proprio mentre sulla città sta cadendo un po’ di pioggia (tanto attesa), è in corso “La festa dell’acqua”, manifestazione indetta dal “Coordinamento unitario acqua pubblica” contro la gestione privatizzata del servizio idrico e contro la chiusura della fontanella di acqua pubblica dell’Anconella. «La volontà di chiudere la fontanella di acqua di alta qualità all’Anconella è un “piccolo segno” di quello che la privatizzazione dei servizi pubblici sta portando via a tutti noi e di quale logica stia dietro a tutto questo - affermano dal Coordinamento-La Fontanella dà “solo” un importante servizio ma non dà guadagni? Va chiusa, ci dicono. Adesso i privati “privano” i cittadini della loro acqua!».

Le rassicurazione venute dal comune di Firenze che parlano di normale sostituzione della fontanella per motivi tecnici non convincono completamente. In effetti sembra che Publiacqua voglia “scaricare” la gestione della fontanella i cui costi sono ritenuti troppo elevati (7.000 euro l’anno), direttamente sul comune (sembra che ci sia un vecchio accordo che prevedeva che l’azienda gestisse il fontanello solo per la fase sperimentale) che attraverso i quartieri gestisce già gli altri fontanelli. Ma non vi è dubbio che il fontanello dell’Anconella è ormai divenuto un simbolo, perché è il primo, perché fortemente frequentato, ma soprattutto perché è situato in prossimità del famosa sede dell’acquedotto fiorentino, un “gioiello” secondo gli esperti, costruito con soldi pubblici. Di questo fatto si deve tener conto dichiarano dal “Coordinamento acqua pubblica” e ovviamente associano la “vicenda fontanello” ad un’altra recente uscita venuta dall’azienda che gestisce il servizio idrico.

«L’amministratore delegato di Publiacqua spa ha dichiarato, con stupefacente onestà, che le tariffe aumenteranno perché i cittadini consumano meno acqua - dichiarano dal coordinamento fiorentino acqua pubblica - Non si tratta di un paradosso, né di una punizione perché i cittadini sono più virtuosi e più coscienti. Si tratta di un’elementare verità della privatizzazione: meno “merce” venduta equivale ad una minore remunerazione del capitale investito dai soggetti privati e il margine di profitto viene recuperato alzando le tariffe o tagliando il costo del lavoro o riducendo la qualità del servizio (spesso unendo le tre le cose assieme). E’ solo l’ennesima riprova dell’ incompatibilità fra logica del mercato e logica autentica di un servizio pubblico essenziale, della contraddizione fra interessi privati e interesse generale nella gestione dei beni comuni». Un primo mezzo per contrastare questo processo dichiarano dal Coordinamento (che chiede anche un consiglio comunale straordinario sull’acqua) è quello di sostenere la legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica che ormai a livello nazionale ha raggiunto quasi le 200.000 firme.

Torna all'archivio