[23/02/2006] Consumo

Baronti (Legambiente): «La Toscana sia battistrada nella contabilità ambientale»

FIRENZE. «Sulle politiche per la sostenibilità non è che si sia visto moltissimo, finora. Da quando è stato approvato il Patto regionale per lo sviluppo, che anche noi abbiamo sottoscritto, non ci sono stati cambiamenti di rilievo». Così si esprime Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, all’indomani dell’intervista con cui il presidente della Regione Toscana Claudio Martini indica a greenreport la strada della sostenibilità. «Noi – prosegue Baronti - aspettiamo il Piano regionale di sviluppo quando verrà portato alla discussione dei tavoli di concertazione, per valutarne i contenuti. Finora il nostro giudizio non può che essere sospeso».
Che cosa sostenete nello specifico? Che cosa significa per voi attuare politiche per lo sviluppo sostenibile?
«Un tema abbiamo sempre avuto a cuore: abbiamo sempre detto che per realizzare la sostenibilità ambientale bisogna che questa sia pianificata a tutti i livelli. Intendo dire che non può occuparsene solo l’assessorato all’ambiente, della Regione piuttosto che delle Province e dei Comuni. L’ambiente è un tema trasversale, che tocca tutti i settori delle amministrazioni pubbliche: l’industria, le attività produttive, l’agricoltura, i trasporti. Tutto, insomma».
Che cosa vi aspettate dai contenuti del Prs?
«Cambiamenti reali nella impostazione della politica economica. Ma c’è un punto che vorrei non sfuggisse: un anno fa, quando è stata fatta la nuova giunta regionale, il presidente Martini si era preso per sé la delega all’integrazione delle politiche ambientali. Penso sia giusto chiedere che fine ha fatto quella delega. Non se ne è saputo più niente. Né è stata assegnata ad un altro assessore, almeno questo ci risulta, né ci sembra che siano stati prodotti atti in questa direzione. Invece è un aspetto importante».
Nella sua intervista, il presidente Martini dice che il Piano regionale di azione ambientale parte dalla consapevolezza che non può essere quello attuale il modo giusto di produrre e consumare. Su questo siete d’accordo?
«Indubbiamente. Io comunque penso che sia necessario andare oltre il Piano di azione ambientale, che è comunque abbastanza buono. Faccio un esempio: per noi è essenziale l’introduzione di una vera e propria contabilità ambientale fra gli indicatori economici. E’ praticamente impossibile, altrimenti, valutare e misurare la sostenibilità dello sviluppo. A livello nazionale c’era una proposta di legge, mai andata in porto, avanzata dai Ds. Sarebbe interessante che la Toscana diventasse battistrada in questo campo, raccogliendo questa idea e facendola propria».

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