[30/04/2007] Parchi

Le balene minacciate dal petrolio russo

LIVORNO. Sakhalin Energy, Western gray whale advisory panel e la Intarnational Conservation union (Iucn) si sono accordate per svolgere insieme indagini sismiche e per la prevenzione di sversamenti e traffici di petrolio e gas che minacciano le balene grigie occidentali nella loro area di alimentazione nelle acque dell’isola di Sakhalin, nell’estremo oriente russo.
Le attività petrolifere e l’inquinamento possono interferire pesantemente sulle abitudini alimentari delle grandi balene, mentre le prospezioni dei fondali con i loro rumori e vibrazioni possono disturbarne i sistemi di comunicazione ed orientamento, per questo gli scienziati e le compagnie petrolifere hanno acconsentito ad espandere la cooperazione già in atto per ampliare le ricerche anche attraverso la foto-identificazione dei cetacei.

Dal 2004, l´Iucn e la Sakhalin Energy stanno collaborando alla conservazione di una delle specie di balena più minacciate del mondo cercando di capire come questi giganteschi animali possano convivere con l’attività di estrazione di gas e petrolio. La popolazione di balene grigie del Pacifico occidentale, che migra tra le acque orientali di Russia e Cina, è ormai ridotta a circa 120 individui, con soltanto 25-35 femmine riproduttive, tanto da essere inserita nella Lista rossa dell’Iucn tra le specie minacciate criticamente. I pochi cetacei che sopravvivono devono affrontare ogni giorno tutta una serie di rischi generati dalle attività umane: scontri con le navi, rumore subacqueo, reti da pesca, inquinamento e soprattutto il fatto che le loro uniche aree di alimentazione si trovano al largo del litorale dell´isola del Sakhalin, nel bel mezzo delle attività off-shore di estrazione di gas e petrolio

Torna all'archivio