[26/04/2007] Consumo

Sul risparmio la politica Ue prova a partire dalla propria (tripla) sede

LBRUXELLES. Gli spostamenti fra le tre sedi del parlamento europeo hanno costi non solo economici ma anche ambientali. Lo spostamento mensile fra Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo di 785 deputati, di 2000 funzionari, di 1000 assistenti e di una quindicina di camion contenenti documenti per non contare i giornalisti e lobbisti a seguito implica inevitabilmete emissione di Co2.

Secondo lo studio dell’istituto dell’Ambiente di Stoccolma commissionato dal gruppo dei Verdi e presentato ieri a Strasburgo dal suo copresidente Monica Frassoni, tale spostamento non solo comporta la spesa di 200 milioni di euro all´anno, ma anche l’emissione di 20 mila tonnellate di co2 pari a 13 mila voli di andata e ritorno Londra-New York.

“L’obiettivo ultimo di questo studio - ci spiega Monica Frassoni, presidente dei Verdi del gruppo parlamentare europeo, è quello di spingere il parlamento europeo alla discussione del tema. L’argomento dei cambiamenti climatici, degli sprechi energetici e di risorse sono argomenti di appoggio per risolvere il problema della sede parlamentare individuandone una soltanto a Bruxelles».



Comunque sia, ciò non toglie che questioni relative agli sprechi di acqua, energia ed altre materie all’interno dei palazzi dell’unione non vi siano e che non debbano essere risolti. «Noi avanziamo due categorie di proposte: iniziative da attuare nell’immediato ed altre nel lungo termine. Per esempio, perché non comprare veicoli ibridi, ridurre l’utilizzo dei condizionatori e incentivare l’utilizzo delle energie rinnovabili anche nei palazzi dell’unione?»

«Certo è che l’individuazione della sede unica - aggiunge l’europarlamentare - comporta anche riflessioni intorno alla destinazione alternativa degli edifici di Strasburgo e proposte in merito al loro utilizzo. Un dibattito che va in parallelo rispetto a quello dello spostamento della sede in un unico luogo».

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