[23/04/2007] Rifiuti

Il polo conciario studia come ridurre inquinamento e scarti di produzione

SANTA CROCE (Pisa). Il 31ottobre entrerà in vigore il decreto ministeriale 44/04 che recepisce la direttiva europea relativa alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili (Cov) per alcune produzioni industriali. Sono quasi 200 le imprese della zona del Cuoio interessate dal provvedimento e che ormai da due anni hanno iniziato un percorso per riuscire, mediante alcuni adeguamenti, a rientrare nella normativa.

Le imprese, ad oggi, non sono sicure di rispettare i nuovi valori, quindi il percorso individuato con le istituzioni locali si basa sulla graduale sostituzione dei prodotti di rifinizione con componenti a minor tenore di solvente (grazie anche ad uno studio di Poteco) e sull’applicazione di alcuni accorgimenti tecnico-gestionali. Altre aziende invece dovranno adottare adeguamenti di tipo gestionale/impiantistico per rientrare nei limiti di legge.

Nell’azione di sostegno alle imprese del cuoio, l’Arpat avrà il compito di monitorare le varie fasi dei progetti di adeguamento, oltre che organizzare corsi di formazione per i responsabili delle aziende e collaborare nella redazione del piano di gestione dei solventi. Le amministrazioni locali metteranno a disposizione un mezzo mobile attrezzato con una centralina per controllare le emissioni, più un analizzatore per il rilevamento delle Pm10.

Altro protocollo d‘intesa importante è quello sottoscritto per sostenere la campagna di indagine che le stesse Cuoio Depur ed Arpat (con la collaborazione dell’Istituto sullo studio degli ecosistemi del Cnr di Pisa) hanno messo a punto per studiare gli effetti ambientali e verificare la costanza qualitativa del pellicino integrato (sottoprodotti tipo pelo e crini). «Il piano della Provincia di Pisa per la gestione dei rifiuti speciali non pericolosi, in corso di approvazione - spiega l’assessore all’ambiente della provincia Valter Picchi - non prevede ovviamente per i fanghi di depurazione del Comprensorio del Cuoio lo smaltimento in discariche controllate, metodo che deve essere progressivamente abbandonato, ma indica i riutilizzi alternativi programmati dal piano regionale, da realizzarsi attraverso impianti di trasformazione».

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