[20/04/2007] Consumo

Medicine alternative, il ministro Turco apre, Galileo 2001 chiude

LIVORNO. E’ di ieri un nuovo attacco alle medicine non convenzionali. A sferrarlo un eminente gruppo di scienziati che fanno capo a Angelo Ricci, Silvio Garattini e più in generale a Galileo 2001, l’associazione che lanciò (giusto in quell’anno) un appello contro la cultura dell´ambientalismo attribuendole la responsabilità della ventata di oscurantismo e di irrazionalismo che, secondo loro, stava minacciando la libertà degli scienziati.

In un documento presentato in occasione del convegno organizzato da Galileo 2001 “La scienza e le medicine alternative” (dove già nel titolo si pone di fatto una antietesi già acquisita tra le due), si interviene infatti mettendo in discussione le pratiche che rientrano nel gruppo delle cosiddette terapie alternative, tra cui l’omeopatia, la fitoterapia, l’agopuntura e la chiropratica e, possiamo aggiungere anche l’antroposofia. Pratiche cui si rivolgono secondo dati Istat del 2001 oltre nove milioni di italiani (ma sarebbero 10 i milioni secondo dati più recenti) e che rappresentano una alternativa riconosciuta e garantita come libertà di cura, in gran parte dei paesi europei.

La critica è in particolare rivolta alla offerta di medicine non convenzionali da parte del servizio sanitario nazionale. Secondo quanto previsto da alcune leggi regionali, tra cui quella toscana, che potrebbe diventare un orientamento nazionale in base ad alcuni disegni di legge - come quello promosso per iniziativa dell’Emilia Romagna e presentato in Senato - e che incontra un parere del tutto negativo da parte dei promotori del documento.

«Il parlamento deve decidere rispettando il diritto alla salute stabilito dalla Costituzione - ha dichiarato Silvio Garattini dell’istituto farmacologico Mario Negri- senza cedere alla lobby della medicina alternativa». Un segnale chiaro di forte dissenso verso l’apertura che lo stesso ministro della Salute Livia Turco ha dimostrato nei confronti del mondo delle medicine convenzionali. Ma anche nei confronti dell’iniziativa avviata dal presidente della commissione sanità dell Camera, Ignazio Marino, di andare a confrontarsi con altre tradizioni in tema di medicine, in particolare con quella tradizionale indiana.

Tradizioni appunto, secondo la visione degli scienziati che hanno promosso il documento, a fronte della scienza che è altro.
Ma per dare invece modo ai cittadini di orientarsi verso una libertà di cura, regioni come Emilia Romagna e Toscana, offrono già la possibilità di scegliere le medicine non convenzionali.
In Toscana il piano sanitario regionale 2005-2207 si pone, tra gli altri, «l´obiettivo di garantire l´integrazione definitiva all´interno del sistema sanitari regionali di quelle medicine non convenzionali che presentino sufficiente livello di evidenza scientifica, da definirsi, quindi, quali medicine complementari (agopuntura, omeopatia, fitoterapia, medicina manuale)».

Ed esistono ormai più di 60 strutture del servizio sanitario regionale che assicurano prestazioni di medicine non convenzionali, al fine di garantire il fondamentale diritto alla libertà di scelta terapeutica, nel totale rispetto della sicurezza degli utenti. Per alcune di tali tecniche (agopuntura, fitoterapia, omeopatia) la Regione Toscana ne ha anzi previsto l´inserimento nei livelli essenziali di assistenza regionali. Questo significa che sono assicurate presso le strutture sanitarie pubbliche, con la richiesta del medico e dietro pagamento di un ticket.

Torna all'archivio