[18/04/2007] Trasporti

Ecco l´impatto ambientale di 500 modelli euro4 di auto e furgoni

LIVORNO. La vera mobilità sostenibile si ottiene innanzitutto privilegiando i mezzi pubblici, gli spostamenti a piedi e in bicicletta e le altre possibilità che prescindono dal possesso di un’auto come il car-sharing o il car-pooling. E’ questa la linea di Legambiente che però – anche per quanti vogliono sfruttare le opportunità contenute nell’ultima Finanziaria che incentiva il passaggio a modelli di auto più ecologici – ha presentato stamani a Padova una guida affidabile all’acquisto di mezzi Euro 4.

Secondo il quale sono Honda Civic e Toyota Prius le meno auto inquinanti. Seguite da Citroen C1, Peugeot 107 e la Toyota Aygo. Nessuna italiana tra le prime dieci, ma la Fiat ha una buona rappresentanza tra le monovolume più rispettose dell’ambiente. tra i furgoncini commerciali fino a mille chili di carico, i migliori sono il Fiesta Van CNG Gas della Ford, il Fiat Panda Van 1.2, e il Combo Opel 1.6 CNG Gas.

Il rapporto di Legambiente si chiama “Usala meno, comprala meglio” ed è il primo in Italia sull’impatto globale di furgoni e automobili. E’ stato curato dall’associazione ambientalista e da un’altra svizzera specializzata su traffico e ambiente (Ata) e realizzato con il contributo di Sep e di City Logistic Expo di PadovaFiere.

Legambiente e Ata hanno messo sotto la lente ben 500 modelli - i più diffusi in commercio oggi in Italia - tutti Euro4, e 160 furgoni commerciali. Fra i 18 parametri di analisi c’è il consumo di carburante, la rumorosità, le emissioni di gas serra (CO2) e quelle inquinanti con impatto sanitario che hanno portato a stilare una vera e propria classifica dei modelli più o meno virtuosi, giungendo alla conclusione che non tutti gli Euro4 sono uguali.

Oltre alla classifica assoluta che assegna un voto ad ogni mezzo, la ricerca mette a confronto anche i veicoli della stessa casa produttrice e i mezzi della stessa classe: mini, piccole, medie inferiori, medie, medie superiori, van 5 posti, van 7 posti, e 4x4. Per ognuna di queste categorie sono stati individuati i modelli meno compatibili con l’ambiente. Per le mini il primato negativo va alla Panda 1.3 Multijet 4x4, per le piccole alla Seat Ibiza 1.9 TDI PD, per le medie inferiori alla Caliber 2.0 L4 TD della Dodge, per le medie alla Ford Mondeo 2.2 TDCI SW GHIA, per le medie superiori alla Skoda Superb 2.5 TDI, per i Van 5 posti alla Chrysler PT Cruiser 2.2 CRD touring, per i Van 7 posti alla Chrysler Voyager 2.8 CRD Common Rail 2007MY, infine per le 4x4 alla Kia Sorento 2.5 CRDi.

Dalla ricerca emerge che il panorama italiano delle auto in commercio non è così roseo. Su 465 automobili euro 4 analizzate, solo 90 (57 benzina, 30 diesel e 3 gas) possono fregiarsi delle 5 stelle (il massimo della ecocompatibilità) mentre ben 184 (105 a benzina, 78 diesel e 1 gas) modelli ottengono solo 1 o 2 stelle, dimostrando scarce performanches ambientali.

Sugli 86 furgoncini presi in esame solo 3 (1 a benzina e 2 a gas) conquistano le 5 stelle mentre la stragrande maggioranza, 70 (15 benzina e 55 diesel), hanno solo 1 o 2 stelle.

Legambiente ritiene inoltre che vendere oggi auto diesel sprovviste di filtro antiparticolato sia un modo per mettere in circolazione delle auto inutilmente più inquinanti ad un prezzo peraltro identico a quello di altri modelli che emettono meno polveri inquinanti.

I costruttori, secondo l’associazione, dovrebbero riflettere sul fatto che l’inverno scorso sempre più sindaci e presidenti regionali hanno vietato la circolazione di auto a gasolio, anche “Euro 4”, che non erano dotate di filtro e che alcune regioni, come la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte sono pronte ad obbligare l’applicazione di trappole per le micropolveri sui vecchi camion. La firma al decreto di omologazione dei filtri per tutti i veicoli commerciali però ancora non c’è.

Alla luce della ricerca Legambiente propone al governo:

1) Subito i Fap obbligatori per legge

2) più soldi al tarsporto pubblico locale, al trasporto su ferro e al cabotaggio. Serve una legge speciale.
La finanziaria stanzia 90 milioni di Euro annui per un triennio per la mobilità sostenibile in città. Una bazzecola se si considera che per costruire una linea tramviaria in una città media (come Padova) il costo si aggira sui 100 ml di euro.

3) Incentivi per la rottamazione auto più mirati su categorie di auto meno inquinanti.

4) Tassare i suv e i mezzi più inquinanti.

Agli enti locali:

1) Road pricing e altre forme di tariffazione del traffico urbano per limitarlo e nel contempo finanziare le alternative all´auto.

2) Pm10, maggiore serietà nelle limitazioni invernali della circolazione. Non esentare i diesel (anche euro 4) senza filtri anti-particolato. Controlli più stretti.

3) I fondi locali destinati ad incentivare le rottamazioni sarebbero in più utili per potenziare il trasporto pubblico locale, car sharing, car pooling e piste ciclabili.

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