[16/04/2007] Consumo

Remade in Italy, l´ecodesign da moda a opportunità

MILANO. 46 aziende, 50 designer e 80 prodotti: sono questi i numeri della terza edizione di Remade in Italy, il principale evento di Ecodesign all’interno della panoramica del fuori salone del mobile in programma da oggi a domenica 22 aprile alla Galleria Meravigli a Milano. La novità di quest’anno è l’internazionalizzazione dell’evento con la presenza di prodotti Remade in Argentina, Remade in Brazil e Remade in Portugal e di architetti di chiara fama come Alvaro Siza, Eduardo Souto Moura.

Remade in Italy è la prima manifestazione in Italia trait d’union tra ambiente e design, con l’obiettivo di far conoscere alle imprese un nuovo modo di realizzare i propri prodotti, promuovendo uno sviluppo ecosostenibile in una logica di tutela ambientale e di responsabilità sociale del mondo produttivo e dei consumi.

Ideatore e curatore del progetto è l’architetto designer Marco Capellini, che ci ha presentato l’iniziativa.

«Remade in Italy – comincia Capellini – è il primo progetto nazionale post consumo di sviluppo del design. E questa terza edizione non è più solo nazionale, ma anche internazionale visto che oggi a Milano presentiamo per la prima volta anche Remade in Argentina, Brazil, Portugal e anche Cile. Si tratta di un progetto a supporto delle imprese per uno scambio culturale e per uno sviluppo sostenibile sia ambientalmente, sia socialmente».

Remade in Italy è un progetto che mette insieme l’ecologia e il design, e quindi la sostenibilità e l’innovazione di prodotto che, in particolare nel design, almeno in passato ha avuto principlamente lo scopo di incentivare i consumi.

«Che il design abbia principalmente questo scopo mi sembra una forzatura. Comunque il nostro obiettivo è piuttosto quello di realizzare beni e servizi volti allo sviluppo sostenibile. Far parlare i prodotti che ci devono trasmettere anche il loro valore sociale. Il consumatore deve poter scegliere. Sapere cosa è sostenibile sia economicamente, sia ambientalmente e socialmente. Il prodotto deve istruire e informare come un libro da leggere».

Che tipo di risposta avete avuto fin’ora?
«Dall’entrare in vigore della legge sull’utilizzo di materiale riciclato da parte delle pubbliche amministrazione devo dire che queste sono sempre più attive. Organizzano molti eventi e gestiscono bandi. Le imprese ci chiedono continuamente di poter partecipare e di essere supportate nello sviluppo di prodotti ad alto contenuto ambientale. Vogliamo e dobbiamo continuare in questa direzione perché la qualità e il design dei prodotti realizzati con materiale riciclato riscuote sempre più interesse nei consumatori. Prima era solo una moda, ora vedono un’opportunità e credono nella responsabilità dal Remade in Italy».

Usare prodotti riciclati è fondamentale anche perché in questo modo si ridurrebbe anche il prelievo di materia prima, la fondamentale strada da percorrere se davvero si vuole cercare di ridurre i rifiuti.

«Ripeto, i prodotti devono saper comunicare ai consumatori anche questo, è la sfida che lanciamo. Usare meno materiale, appunto, e promuovere la raccolta differenziata, magari con una selezione migliore. Riutilizzare non solo per gli aspetti ecologici, ma anche per quelli economici come il sempre maggior costo delle materia prime. Una convenienza, quindi, economica ed ecologica».

Remade In Italy è un progetto di Regione Lombardia – DG Reti, Servizi di pubblica utilità e Sviluppo Sostenibile, coordinato da Cestec e realizzato in collaborazione con Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, i consorzi di filiera nazionali del riciclo Cial, Comieco, Co.Re.Pla.

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