[10/04/2007] Consumo

«Bene la frutta nei distributori automatici, ma non demonizziamo gli snack»

LIVORNO. L’Associazione italiana della distribuzione automatica non ci sta a subire il duro atto di accusa che la scorsa settimana era stato rivolto ai distributori automatici di snack e dolciumi da parte della stessa associazione che riunisce i dolciari italiani. «Ci sembra che si sia perso il reale punto di vista della situazione e che l’annuncio dell’Aidi sia solo un modo per distogliere i problemi da dove veramente sono - afferma Vincenzo Scrigna, Presidente di Confida - Forse qualcuno si è chiesto quanti sono i distributori dai quali l’Aidi ha deciso di eliminare i dolci? Sono pochissimi e tutti in luoghi presidiati dal corpo docente o da personale ausiliario».

Confida ricorda quindi che da una ricerca del Cnr di Avellino in collaborazione con l’Isa (Istituto di scienze dell’alimentazione) che ha preso in esame gli alunni di alcune scuole elementari di Avellino per verificare le cause dell’obesità, «emerge che è inesistente l’influenza che i distributori automatici hanno rispetto all’insorgere di questa malattia nei bambini di età scolare. Il luogo che risulta essere più a rischio è proprio la famiglia, che acquistando pacchi di merendine che dispongono di 6-12-24 pezzi a confezione e lasciandoli al libero arbitrio dei figli, non attua un effettivo controllo sulle quantità assunte».

Il vero problema quindi secondo Confida è l’educazione alimentare, che deve essere in primis una responsabilità della famiglia, mentre l’obesità infantile non è da attribuire ad un cibo specifico.

A seguito del piano d’azione nazionale per la promozione di corrette prassi alimentari e sani stili di vita su cui sta lavorando il governo, Confida ha comunque formalizzato la propria disponibilità a partecipare al tavolo di concertazione.

«I distributori automatici possono diventare un veicolo importante di comunicazione per contribuire a cambiare gli stili di vita – conclude Scrigna - è già avvenuto in passato quando siamo riusciti a imporre l’acqua minerale accanto alle bevande dolci e gassate, e adesso ci piacerebbe molto che potesse succedere anche con frutta e verdura nella scuola, e non solo».

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