[06/04/2007] Energia

Vizi e virtù della geotermia ( e dell´Enel)

LIVORNO. La Toscana vanta un primato italiano per quanto riguarda la geotermia, annoverata, seppur con qualche distinguo, tra le energie rinnovabili. Eppure i problemi nel gestire questa invidiata risorsa sono moltissimi, a partire dalle concessioni: Enel e Regione sono infatti ai ferri corti da diversi mesi cercando di mettere insieme da una parte il rinnovo delle concessioni, dall’altra quello del risanamento ambientale. Esiste anche una proposta di legge presentata da Verdi e Comunisti Italiani che metterebbe forse fine alla discussione, ma anche al dialogo e al rapporto di pace apparente tra il monopolista e la nostra regione. Intanto però questo impasse ha come risultato quello di aver bloccato una serie di investimenti programmati da Enel per lo sfruttamento di nuovi giacimenti con la costruzione di 5 nuove centrali. Investimenti che porterebbero nuovi posti di lavoro.

Chiediamo a Fabio Roggiolani, consigliere regionale dei Verdi, di spiegarci a che punto siamo nei rapporti tra Enel e Regione.
«La situazione in effetti è la stessa di un anno fa: è in corso un dialogo con Enel per il rispetto di alcuni impegni e in effetti qualcosa ha fatto, come lo sblocco della vicenda del teleriscaldamento, e l’installazione di alcuni filtri speciali per abbattere emissioni. Ma nel complesso non si va avanti su altri elementi che il consiglio regionale aveva approvato in sede di bilancio: in particolare chiedevamo di rivedere le tariffe di concessione e passare dai circa 8 milioni l’anno ai 65 milioni. Non è certo una cifra esosa se si pensa che ogni anno gli utili che Enel ricava dalla geotermia ammontano a 280 milioni di euro a detta dell’azienda, mentre secondo i miei calcoli arriva anche oltre i 500 milioni di guadagno pulito ogni anno».

Tutto ruota intorno a una questione di soldi dunque?
«Proprio così. La geotermia non è di proprietà di Enel, è della Toscana e l’Enel ce l’ha solo in concessione ma sembra averla sequestrata a vita. Questo non si vuole capire. E allora siccome finora con le buone non ci siamo riusciti, subito dopo Pasqua chiederò che il consiglio regionale metta all’ordine del giorno la nostra proposta di legge, così da rompere il monopolio Enel e costringerla per legge a darci i soldi che ci spettano, che la Regione potrà utilizzare per esempio per sviluppare le altre fonti rinnovabili».

A livello locale però alcuni partiti e sindacati sottolineano anche la questione occupazionale e le prospettive di nuove assunzioni offerte da Enel.
«Di solito si tratta di liste politiche pro Enel. Mentre proprio la popolazione locale viene da sempre umiliata e offesa dall’Enel. Che oltretutto gioca sporco perché una qualsiasi ditta che prendesse il geotermico toscano al posto di Enel metterebbe a lavorare più persone, perché oggi Enel fa pochissimo dal punto di vista dell’efficienza. Recentemente sono stato in Islanda e ho visto come lavorano lì: non c’è un tubo che non sia sottoterra e ci sono sistemi avanzatissimi per avere rendimenti alti. Le faccio un esempio di investimento tecnologico di cui Enel non vuole sentire parlare: la geotermia emette CO2 e basterebbe installare degli impianti per il sequestro di questa CO2 che allora sì potrebbe essere acquistata da aziende che lavorano nel settore. La regione ha appena detto no a un progetto di estrazione della CO2 dal sottosuolo del comune di Montespertoli proprio perché abbiamo una grandissima disponibilità di anidride carbonica dalla geotermia».

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