[06/04/2007] Rifiuti

Acquisti verdi: fatta la legge, ignorato anche l´inganno!

LIVORNO. Il senato sommerso dalla carta. Lo scrive a tutta pagina Italia Oggi raccontando lo strano caso delle migliaia di Gazzette Ufficiali recapitate ogni giorno a palazzo e delle quali i senatori non saprebbero che farne. Tanto da chiedere un collegamento wifi per evitare di riceverle e, eventualmente, poterle consultare solo attraverso il pc. Il paradosso è che non si troverebbe neppure il sistema di bloccare questa emorragia di Gazzette. Così si spendono soldi pubblici per pubblicarle e inviarle a persone che non le desiderano e non c’è un euro per attivare un servizio che almeno ridurrebbe la carta che finisce nel cestino. I senatori hanno espresso anche il desiderio di avere un manager per il consumo energetico.

Ma c’è dell’altro. In particolare la richiesta dei gruppi dei Verdi e dei Comunisti: carta riciclata e raccolta differenziata. E qui il discorso cambia e invita ad un riflessione assai diversa. Il fatto che al senato non si usi carta riciclata non vuol dire semplicemente ‘non dare il buon esempio’, bensì non rispettare la legge. Esattamente quella del decreto Matteoli del 2003 che impone il 30% di acquisti verdi alle amministrazioni pubbliche. E ci sarebbe anche da verificare – carta o non carta – quali altri prodotti riciclati si usano ad esempio in senato. Tralasciando il fatto che non fare la raccolta differenziata e andarla a predicare nelle assemblee non è proprio un modello di credibilità.

Il fatto è che in questo Paese chi fa le leggi è il primo a non rispettarle! E non si pensi che il senato sia un caso. greenreport ha sondato spesso le pubbliche amministrazioni toscane proprio riguardo agli acquisiti verdi e alla revisione dei capitolati per il riutilizzo dei rifiuti inerti. Strumenti pensati per facilitare l’uso dei materiali riciclati e, invece, puntualmente disattesi. Anzi: ignorati! La prima spinta al comitatismo nasce da qui. L´ Unione Europea predica la responsabilità condivisa (fra società civile, economica e politica) ad ogni piè sospinto, ma dobbiamo desolatamente registrare che, in Italia, sembra vigere il principio opposto: quello dell´irresponsabilità condivisa!

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