[03/04/2007] Energia

Appello contro l´eolico di Scansano, Legambiente non ci sta

LIVORNO. In Toscana – ma anche altrove - non si contestano (salvo rari casi) solo i progetti e le proposte di impianti eolici futuri, ma anche quelli (pochi) già esistenti. Accade a Scansano dove otto noti esponenti del mondo ambientalista e accademico italiano hanno sottoscritto un appello contro l’impianto a energia eolica in funzione nel borgo maremmano. Una decisione che non va giù a Legambiente, da sempre favorevole all’eolico e a tutte le energie alternative.

«Combattere la diffusione dell’energia eolica – dice l’associazione ambientalista - è una scelta non solo sbagliata, ma anche profondamente anti-ambientalista. Le 10 pale eoliche di Scansano danno energia pulita a 45mila persone senza la minima emissione inquinante e il loro impatto sul paesaggio è risibile, tanto più che sono state posizionate in corrispondenza dei tralicci di un elettrodotto preesistente».

«Chi sostiene – prosegue - le ragioni del fronte anti-eolico dimentica che un parco come quello di Scansano risparmia ogni anno l’emissione in atmosfera di 38mila tonnellate di anidride carbonica e, soprattutto, non vuole vedere che i veri scempi ambientali in Italia sono ben altri. La piaga dell’abusivismo edilizio lungo le nostre coste e in tante zone di pregio, i mille porti turistici che sorgono ogni anno come funghi per accontentare poche decine di diportisti, le grandi infrastrutture inutili: questi sono i veri scempi ambientali a cui un movimento ecologista maturo e consapevole deve opporsi senza abbassare mai la guardia».

Lo dimostra anche la vicenda della riconversione della centrale di Civitavecchia. Proprio per solidarietà con le ragioni dei rappresentanti del Movimento No-Coke e dell’Associazione Medici per l’Ambiente, che stanno portando avanti da giorni uno sciopero della fame contro la riconversione della centrale Enel Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia, Lucia Venturi e Angelo Gentili con tutti gli altri membri della Segreteria Nazionale di Legambiente hanno deciso di aderire alla protesta nella giornata di mercoledì 4 aprile e, nell’occasione, faranno anche loro una giornata di sciopero della fame.

La partecipazione allo sciopero della fame, segue la mobilitazione nazionale promossa il 10 febbraio scorso davanti a 11 impianti in tutta Italia per ribadire il no al carbone e chiedere una politica energetica che investa su rinnovabili e risparmio energetico per perseguire gli obiettivi del protocollo di Kyoto.
Una politica a favore del carbone è semplicemente nefasta per il futuro energetico del nostro Paese – spiega Legambiente – dato che è la fonte fossile che genera le più alte emissioni specifiche di CO2 responsabili dei cambiamenti climatici.

Arriva tra l’altro oggi la notizia che tra le fonti alternative è proprio l’eolico, insieme all’idroelettrico e alle biomasse, la più matura. Lo sostiene Eurelectric, l´associazione che rappresenta l´industria europea dell´elettricità, che ha pubblicato un rapporto in cui traccia un quadro chiaro di quale potrà essere il contributo del settore elettrico nella futura politica energetica europea.

Analizzando la situazione delle energie rinnovabili a livello europeo, lo studio stima che molte tecnologie siano mature e competitive, o lo stiano diventando ed è il caso proprio dell´energia idroelettrica, della biomassa e dell´eolico. Sempre secondo lo studio, invece, le altre rinnovabili - solare termico, fotovoltaico, geotermico, energia delle maree e delle onde - rappresentano un grosso potenziale per il futuro, ma richiedono un notevole sviluppo economico e tecnologico per diventare una parte importante del mix energetico Ue.

Quindi appare evidente che l’unica possibilità per non rimanere vincolati mani e piedi al petrolio e contemporaneamente dire no a nucleare e carbone, le energie rinnovabili vanno sfruttate tutte. A partire da quelle appunto più mature e che danno, nel breve termine, le maggiori garanzie dal punto di vista della produzione energetica. Tenendo conto che – come dice lo studio – l’idroelettrico è ottimo, ma non è possibile pensare di incrementare il numero di queste installazioni, sia per l´ingente investimento di capitali, sia per i vincoli ambientali; e che l´efficienza delle biomasse rimane ancora abbastanza bassa.

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