[03/04/2007] Comunicati

La Toscana avrà il suo il Millennium ecosystem assessment

LIVORNO. Ieri il presidente della regione Claudio Martini, intervenuto al convegno Territorio Cultura Sviluppo, ha annunciato che nei prossimi mesi si terranno gli stati generali della sostenibilità, e ha individuato quella come occasione utile per sistematizzare il dialogo e il confronto con tutti i portatori di interessi.

Coordinatore del lavoro sui temi dello sviluppo sostenibile, della loro divulgazione e della promozione di nuove modalità di lavoro della macchina regionale è Marcello Buiatti, professore di genetica all´università di Firenze e presidente della Fondazione Toscana Sostenibile. Gli abbiamo allora chiesto di esporci gli obiettivi di questo appuntamento.

Qual è la finalità di questi stati generali della sostenibilità?
«Questi stati generali sono un primo appuntamento di un progetto di ricerca e di attuazione dei risultati che ne discenderanno, per la svolta della Toscana verso la sostenibilità. Io non ne sono il coordinatore ma come presidente della Fondazione Toscana sostenibile guido il progetto, che non prevede solo gli stati generali ma un sostegno alla regione per fare una svolta verso questi temi. Questo primo appuntamento si svolgerà in due giorni, di cui uno aperto all’esterno per raccontare alla gente che siamo arrivati al punto in cui c’è bisogno di una svolta: adesso si sa che rovinare l’ambiente è un danno anche per l’economia e non il contrario. E l’obiettivo è quello di farlo dire a personaggi di spicco, che sono stati i protagonisti degli ultimi rapporti fondamentali per raggiungere questa consapevolezza. Poi discuteremo all’interno della regione, intesa come area territoriale, chiedendo agli stake holders cosa fanno loro per evitare la catastrofe. Sarà quindi l’occasione per dare una prima mandata di notizie sul progetto in corso e per raccogliere informazioni su come intervenire. Un punto di partenza che servirà al lavoro che faranno i ricercatori sullo stato di conoscenza che la regione ha di se stessa. C’è infatti in teoria una enorme mole di dati ma da cui è difficile estrapolare dei trend. Faremo quindi un lavoro di coordinamento di questi dati e daremo indicazioni anche su come raccoglierli in modo omogeneo, perché possano essere funzionali come base di una strategia. Attraverso questi dati, elaboreremo uno stato della situazione ma in modo dinamico. Una sorta di millennium ecosystem assessment per la Toscana».

Mi spiega meglio di cosa si tratta?
«Lo stato del pianeta, come lo conosciamo adesso, viene da una serie di rapporti mondiali innovativi tra cui questo che è stato fatto sotto egida Onu e pubblicato on line nel maggio 2005. Il millennium ecosystem assessment ha delineato per la prima volta lo stato degli ecosistemi non soltanto dal punto di vista delle descrizioni delle perdite e delle catastrofi incombenti, ma ha descritto cosa significa sui servizi agli ecosistemi.
Per esempio per la biodiversità: si definisce non solo cosa comporta la sua erosione, ma l’elencazione dei servizi che rende, il costo aggiuntivo ecc. Insomma è un primo tentativo di legare il rapporto tra economia e ambiente. Da qui è venuto fuori il rapporto Stern che è improntato tutto sul versante economico e che è stato seguito dal rapporto Ipcc, dove anche lì si parla di economia, e che descrive l’accelerazione impressionante dello stato in cui versa l’ambiente. E da cui emergono dati assolutamente contrapposti tra le situazioni attese e quelle reali. In pratica siamo usciti dalla linearità e siamo sulla via esponenziale».

Torniamo alla Toscana.
«Ecco fare il millennium ecosystem assessment della Toscana, significa contemporaneamente fare il punto e anche proposte per la svolta. Il Mea per la Toscana dimostrerà che le cose sono peggiorate. E dovremo allora andare a vedere che effetto hanno le politiche reali sulla sostenibilità e quali saranno gli effetti dei diversi piani integrati. Adesso potremmo fare delle previsioni, ma poi dovremmo vedere gli effetti ex post, cioè quelli reali. Da lì dovranno venir fuori le proposte su come riorientare la svolta della regione verso la sostenibilità. In pratica questo è il supporto tecnico scientifico alla delega delle politiche integrate che il presidente Martini ha tenuto sotto la sua potestà.
Quindi gli Stati generali non sono un appuntamento di immagine, ma di lavoro, e ogni anno se ne farà uno; i prossimi non saranno più di analisi preesistente, ma vere conferenze di organizzazione. Appuntamenti per valutare a che punto siamo, ogni anno, dal punto di vista dei parametri della sostenibilità, intesa dal punto di vista ambientale, sociale ed economica senza scindere nessuna delle componenti».

Quando sarà questo primo appuntamento e dove si terrà?
«Probabilmente a fine giugno e sarà a Firenze».

E il gruppo di lavoro da chi è composto?
«Adesso ci sono in forza alla fondazione otto ricercatori, ma il gruppo si avvale anche dell’apporto esterno delle università di Pisa, Siena e Firenze e di istituti di ricerca italiani ed europei».


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