[30/03/2007] Rifiuti

Una nuova plastica biodegradabile in mare

LIVORNO. Forse i delfini e le tartarughe marine possono stare più tranquilli: alla 233 esima assemblea nazionale della American chemical society dell’Università del Southern Mississippi é stata presentata una plastica che si degrada in acqua di mare.
«Ci sono molti gruppi che lavorano alla plastica biodegradabile, ma siamo gli unici che lavorano alla plastica che degrada in acqua di mare – ha detto Robson F. Storey professore al dipartimento Polymer Science and Engineering - Stiamo muovendoci verso la realizzazione di una plastica più ecocompatibile, specialmente per quella utilizzata in mare, per gli imballi o per gli oggetti impiegati nella preparazione e nel consumo di cibi».

ÍAlla plastica convenzionale possono occorrere molti anni per degradarsi e può provocare sottoprodotti che sono nocivi all´ambiente e tossici per gli organismi marini, circostanze che rendono la loro eliminazione in mare pericolosa - spiegato una nota dell’Università del Southern Mississippi - La nuova plastica è capace di biodegradare in soltanto 20 giorni e ne risultano sottoprodotti naturali che non sono tossici».

La nuova plastica è fatta di poliuretano che è stato modificato dall´incorporazione di acido lattico-co-glicolico, un polimero degradabile che viene utilizzato per i fili di sutura chirurgici e in altre applicazioni in campo medico, nell’acqua di mare, in circa 20 giorni, la plastica si trasforma in acqua, anidride carbonica, acido lattico, acido glicolico, acido succinico, acido caproico e nella L-lisina.

Inoltre, la plastica è più densa di quelle tradizionali ed affonda a contatto con l’acqua, impedendone l’arrivo sulle spiagge e di essere confusa da delfini, tartarughe e pesci come una possibile preda galleggiante.

La ricerca è stata finanziata dal Naval Sea Systems Command che si occupa di ricerca per la difesa dell’ambiente marino, secondo il quale potrebbe rappresentare una soluzione per tutte le navi costrette a stoccare rifiuti plastici per lunghi periodi prima di arrivare in porto.
Secondo i ricercatori la bio-plastica è ormai già vicina alla fase della commercializzazione, è molto versatile perché presenta diverse forme, consistenze e rigidità, ma deve superare le barriere legali che giustamente impediscono lo smaltimento di materiali plastici in mare e sono richieste ulteriori analisi di compatibilità ambientale sulle reazioni del materiale a diverse condizioni di umidità e temperatura.

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