[29/03/2007] Parchi

Il futuro di mare, spiagge e dune non è federale

ROMA. «La tutela ambientale significa voglia di futuro per le generazioni a venire», è stato con questa considerazione un po’ scontata che Bruno Dettori, sottosegretario del Ministero dell´Ambiente, ha introdotto la sua riflessione al convegno “Il mare, la spiaggia e le dune...quale futuro?”, tenutosi a Sabaudia, nel parco nazionale del Circeo.

Ma il sottosegretario ha anche fatto rilevare che in un Paese come l´Italia, che conta 7.750 km di coste e che per questo dovrebbe avere come priorità la loro tutela e il monitoraggio dei rischi a cui sono sottoposte, «é impensabile che l´ambiente, per il suo valore, possa in alcuna maniera essere federalizzato. Serve un governo centrale, una regia unica». La giornata di lavori è stata promossa da Marevivo con il patrocinio del ministero dell´ambiente e il coordinamento scientifico dell’Apat.

Al centro dell’attenzione, naturalmente, i preoccupanti processi di erosione della fascia costiera pontina, ma anche la richiesta di istituire una ”Accademia dell´ambiente costiero”, una struttura culturale che funga da supporto per le politiche ambientali locali.

«Coscienti della estrema complessità del sistema costiero – ha detto Rosalba Giugni, presidente di Marevivo - della delicatezza delle dune e delle preziose spiagge attualmente ancora esistenti e dell’innesco di preoccupanti situazioni di rischio, riteniamo strategica la costituzione di momenti formativi continui e costanti nel tempo indirizzati ai più vasti strati della popolazione che vive il territorio della provincia di Latina. Questi momenti culturali dovranno rivolgersi soprattutto verso il mondo giovanile interessato alle complesse problematiche scientifiche della costa e del mare, pensando ad una concreta loro reale e cosciente salvaguardia nel futuro prossimo. Ricordiamo che l’evoluzione ambientale in atto dovuta anche alle azioni antropiche impattanti sul territorio pontino ha stravolto i delicati equilibri esistenti persino in termini di sistema agricolo retrostante con conseguente variazione nella chimica dei suoli e della qualità delle acque. Queste modificazioni hanno avviato un cambiamento del clima costiero consistente in una variazione degna di nota delle precipitazioni areali, degli estremi termici, delle energie dei regimi di brezza».

Nel corso del convegno, è stata sottolineata l´utilità dei dati mareografici sull´innalzamento del mare forniti negli ultimi 100 anni, ora integrati dalle continue rilevazioni satellitari, dimostratisi particolarmente efficaci nell´individuare versamenti in mare di idrocarburi e il loro propagarsi con delle correnti. Nel corso della giornata di studi sono state illustrate anche strumentazioni e moderne tecniche di “imaging” geofisico che integrano l´ordinaria attività di prevenzione e repressione svolta dalle Capitanerie di porto.

Si calcola che nel Mar Mediterraneo il livello delle acque stia risalendo da 1 a 3 mm l´anno e che la zona maggiormente a rischio in Italia sia quella della Laguna di Venezia. Un fenomeno legato a molti e complessi fattori e non unicamente ai cambiamenti climatici. Per Marevivo, «in vista della Conferenza nazionale sul clima che si terrà a settembre, tuttavia, è necessario, anche per il mare e le coste, parlare di politiche di adattamento e non di contrasto ai cambiamenti attualmente in corso».

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