[28/03/2007] Comunicati

David Zolesi: «Ecologia e progresso devono andare insieme»

LIVORNO. «Ecologia e progresso possono e devono andare insieme». Ne è convinto David Zolesi Nella foto), neo presidente del gruppo Giovani imprenditori di Confindustria Livorno, che fa proprio delle tematiche ambientali un cardine del suo programma. Manager di Kayser Italia – azienda di proprietà del padre, Valfredo Zolesi, leader nella tecnologia aerospaziale – Zolesi resterà in carica nel triennio 2007-2010.

«Partiamo da lontano – comincia Zolesi - nel senso che io fin da studente ero convinto assertore del fatto che l’ecologia e il progresso possono andare insieme. E parlo degli anni 90 quando questo concetto non era così assiomatico. Crescendo le cose maturano e sicuramente quello che si può notare è che il nostro modus vivendi ci porta ad esser sempre più una società che necessità di molte risorse. Tutta una serie di cose – dall’utilizzo di mezzi per spostarsi, che siano collettivi o personali – hanno un impatto, ma non solo dal punto di vista delle emissioni. Quando si dice questo mezzo ha basse emissioni bisognerebbe anche valutare il suo processo di produzione. Allora quello che mi piacerebbe fare in questi tre anni, assieme agli altri consiglieri del gruppo giovani, è innanzi tutto capire bene quali sono le condizioni del contorno. Capire quali sono le tecnologie più innovative, ma anche sviluppare quelle allo stato embrionale o male utilizzate che invece se fatte funzionare correttamente potrebbero già migliorare molto il processo. Inoltre, sollecitare una riflessione e possibilmente delineare una strategia di sviluppo. E proprio per avere una visione strategica, bisogna essere anche visionari e un po’ pazzi, giovani ma strateghi e quindi giovani imprenditori».

La Kaiser cosa fa dal punto di vista dello sviluppo sostenibile?
«Al momento lavoriamo più che altro sulle tecnologie per l’ambiente come ad esempio il telerilevamento. Ovvero la raccolta di dati dallo spazio relativi ad esempio al surriscaldamento. Ma è possibile anche seguire le scie della navi che trasportano merci pericolose. Oppure i camion. Una singola nave che trasporta merci pericolose è un conto, ma tante che magari si muovono nello stesso porto fanno aumentare notevolmente la magnitudo della pericolosità. Con questi strumenti si possono evitare le concentrazioni. Abbiamo già fatto uno studio di fattibilità. Sono cose che si possono ancora molto sviluppare».

Quanta sensibilità c’è per la sostenibilità ambientale nel mondo dei giovani imprenditori?
«Diciamo che nel campo dell’ambiente ci sono già diverse aziende che ci lavorano. Persone che fanno un business intendo. Quanta sensibilità possa esserci non saprei dirlo, credo comunque che ci sarà da lavorare. Voglio concludere dicendo una cosa: io sono stato uno scout e il motto lasciamo un mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato credo che sia sempre valido. Il progresso è necessario ma si può e si deve mitigare gli effetti del progressi stesso. Non rinunciare a, ma integrare in».

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