[20/03/2007] Acqua

Assemblea Amece: «Acqua diritto umano e patrimonio umanità»

BRUXELLES. Si conclude oggi al parlamento europeo l’Assemblea mondiale degli eletti e dei cittadini per l´acqua (Amece), che intende rafforzare ed applicare i contenuti indicati dalla “dichiarazione sull’acqua” dei Forum sociali mondiali di Bamako e Caracas e del Forum alternativo di Città del Messico. In seguito a quelle dichiarazioni il movimento mondiale dell’acqua cerca di costruire le sue strategie d’azione future per raggiungere gli obbiettivi, andando oltre le enunciazioni di principio alternative e la denuncia dei problemi.

L’assemblea di Amece ha identificato impegni precisi e comuni da concretizzare da parte di tutti i partecipanti: accesso all’acqua potabile ed ai servizi sanitari visti come diritti umani per tutti; valorizzazione ed utilizzo dell’acqua come bene comune patrimonio dell’umanità; finanziamento pubblico per le attività e i servizi relativi all’acqua per la sicurezza dell’esistenza collettiva; realizzazione di strutture democratiche partecipative nel quadro di un governo pubblico dell’acqua.
Premesse fondamentali che hanno convinto Legambiente che ha partecipato con una propria delegazione ed ha sostenuto la richiesta di una Commissione d’inchiesta sull’utilizzo dei fondi privati per l’acqua nel mondo; la richiesta all’Onu e al Consiglio di sicurezza di una convenzione mondiale specifica sull’acqua, per far inserire nella Costituzione di tutti gli Stati il divieto di privatizzare l’acqua; l’inserimento nella dichiarazione universale dei diritti umani dell’acqua.
Le Organizzazioni non governative Cevi, Cisi, Cospe, Cric, France Libertés, Cerai, Dimitra e Legambiente aderiscono alla campagna informativa “Acqua: bene comune dell’umanità, diritto di tutti” finanziata dall’Unione Europea per promuovere la cultura dell’acqua come bene comune dell’umanità, un modo per ricordare ancora una volta che nel XXI secolo 30 mila persone muoiono ogni giorno per scarsità d’acqua o per la sua cattiva qualità e igiene.

Per Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente «l’abitudine allo spreco e la noncuranza ci fanno spesso perdere di vista la necessità di proteggere l’acqua e mentre in alcuni Paesi sussiste l’abitudine allo spreco idrico e la completa noncuranza di questa risorsa primaria, ci sono aree del pianeta in cui la carenza dell’acqua pulita rappresenta un’emergenza gravissima. Più di 1 miliardo di persone, oggi, non ha accesso all’acqua e 2,6 miliardi mancano di servizi sanitari. Chiediamo che venga posta una particolare attenzione alle scelte sull’acqua che verranno fatte nei prossimi mesi e anni da parte dell’Europa, della Russia (tra i paesi più ricchi di acqua), e del Continente asiatico. Ci sembrano estremamente positive le tante buone pratiche sulla gestione partecipata dell’acqua in America Latina portate in questa assemblea e per questo a Bruxelles abbiamo sostenuto, coinvolgendo le province di Milano e Roma, l’impegno dell’associazione ambientalista colombiana Ecofondo che da oggi inizierà una raccolta di firme per ottenere un referendum che porti all’inserimento nella Costituzione del proprio Paese il divieto di privatizzazione».

Il 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell´acqua, Legambiente organizza “acqua day” dedicato al cambiamento climatico ed all’insegna del risparmio idrico ed energetico. Scioglimento dei dei ghiacciai, diminuzione della portata dei fiumi e delle precipitazioni nell’area mediterranea, desertificazione, assottigliano le riserve di acqua potabile.
«La dotazione minima di acqua per vivere è di circa 50 litri al giorno – spiega Gubbiotti - in Italia ne consumiamo 250, mentre un africano fortunato di una regione subsahariana ne consuma meno di 20. Considerando che nel 2020 saranno 3 miliardi le persone che non avranno accesso all’acqua diviene una responsabilità dei paesi ricchi e industrializzati garantire alle popolazioni nei paesi impoveriti l’accesso all’acqua». Legambiente mette in campo un’iniziativa concreta: una raccolta fondi per un progetto di cooperazione internazionale “Proteggi una sorgente in Swaziland”, rivolto agli abitanti del piccolo paese del Sud Africa, dove il 62% degli abitanti preleva acqua da fiumi e sorgenti non protetti, per sensibilizzarli a mantenere l’igiene delle sorgenti.

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