[19/03/2007] Comunicati

Cambiamenti climatici, il Wwf al governo: un piano nazionale di adattamento

ROMA. Un piano di adattamento al cambiamento climatico in Italia per il Wwf «potrebbe essere la più grande opera mai realizzata in Italia, quella che serve a rafforzare il ‘sistema naturale’ del Belpaese per difenderlo dagli effetti più devastanti del cambiamento climatico». La proposta è stata lanciata dal Comitato scientifico del Panda che prende in esame i 15 i settori già colpiti dagli effetti del cambiamento climatico.

Per il direttore scientifico del Wwf, Gianfranco Bologna «i cambiamenti globali sono già una realtà del tempo presente ed i costi dell’inazione rischiano di essere molto pesanti per tutta la collettività. A fianco delle azioni di riduzione dei gas serra è urgentissimo ripristinare il territorio rafforzando la capacità dei sistemi naturali di resistere ai cambiamenti climatici già in atto. Per i maggiori esperti che studiano il sistema Terra in una dimensione interdisciplinare, è questa la cura più adatta per preparare il territorio ai danni derivanti dalla “febbre del pianeta” poiché molti dei processi naturali sono stati stravolti dalle attività umane impedendo agli habitat di reagire in modo naturale. Se prendiamo ad esempio l’attuale gestione dei fiumi, tra gli ambienti più stravolti dalle attività umane, il percorso da monte a valle ci fa scoprire come i tanti processi già sotto stress per il cambiamento globale si alimentino negativamente tra di loro. Tra questi: captazione delle acque per scopi industriali e di produzione idroelettrica, impermeabilizzazione degli argini e conseguente riduzione dei sedimenti portati al mare, distruzione dei boschi e conseguente riduzione della capacità di assorbire le acque piovane lungo gli argini e le valli adiacenti, e a valle erosione delle coste per la riduzione dell’apporto di sedimenti e riduzione di immissione di acque dolci che aumenta così la salinizzazione dei mari. Un processo a catena negativo che va invertito al più presto».

Gli ambientalisti propongono una grande opera pubblica, una cura ricostituente per il territorio e gli habitat naturali.
«Il principio fondamentale su cui si dovrebbe impostare la grande opera di adattamento è quello di mantenere e rafforzare lo stato di salute e di vitalità dei sistemi naturali – spiega Riccardo Valentini, presidente della Commissione sul cambiamento globale del Cnra che ha coordinato il documento per conto del Wwf - Laddove i sistemi naturali sono degradati e vulnerabili automaticamente si abbassano le capacità di reazione anche dei nostri sistemi sociali. La cattiva gestione dei sistemi fluviali è un esempio lampante, ma non è l’unico. Dobbiamo armarci di competenze e strumenti che già conosciamo ma che non sono mai stati applicati in modo organico e per uno scopo unitario».

Il terreno da recuperare è molto, anche rispetto alle linee dell’Ue e ad altri paesi europei attivi sul fronte dell’adattamento come Gran Bretagna, Finlandia, Olanda, Spagna, Repubblica Ceca, Norvegia, Portogallo, Belgio, Slovenia, Francia, Germania. Per questo il Wwf chiede al governo italiano di tracciare le linee guida di un Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, e di «costituire una task force interministeriale, sull’esempio di altri paesi, che contenga almeno i ministeri dello sviluppo economico, dell’economia, dell’agricoltura, dei trasporti, delle Infrastrutture ed il responsabile della Protezione civile, per integrare la strategia d’emergenza con quella a lungo termine».

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