[19/03/2007] Rifiuti

Nave in avaria, Legambiente: «Urgente ratifica della Bunker Oil»

LIVORNO. «E’ quanto mai urgente che l’Italia ratifichi la Convenzione Bunker Oil firmata sei anni fa, almeno perché incidenti simili abbiano una copertura assicurativa». Così Legambiente in una nota commenta l’incidente della Chem Star Eagle (i cui dettagli potete trovare in un altro articolo di greenreport), la nave cisterna da cui si sono riversate in mare 9 tonnellate di olio combustibile nel porto di Livorno a causa di una falla, ribadendo l’urgenza per l’Italia di rispettare una convenzione che attende di essere ratificata da sei anni. La convenzione internazionale Bunker Oil - ricorda la nota dell’associazione - riguarda la responsabilità civile per i «danni derivanti dall´inquinamento determinato dal carburante delle navi» e il suo scopo è proprio quello di garantire «un risarcimento congruo, tempestivo ed efficace« a chi subisce «danni causati dal versamento di petrolio trasportato come carburante dalle navi».

«Mentre sui carichi delle merci - continua Legambiente - esiste una maggiore attenzione e misure di sicurezza come il doppio scafo, il combustibile, sebbene sia una pericolosissima fonte d’inquinamento, continua ad essere ad essere stivato in scafi unici, il cui cedimento, in caso d’incidente, è frequente. Se il nostro Paese avesse provveduto alla ratifica che attendiamo dal 2001 - conclude la nota dell’associazione – oggi, in questo caso di inquinamento marino, avremmo potuto almeno sperare in un risarcimento».

«Basta ai transiti di navi in condizioni di rischio evidenti nei nostri mari» è il commento all’incidente di stamani di Erasmo D’Angelis (Margherita), Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale.

«Le coste della Toscana sono ad alto rischio – ha aggiunto D’Angelis - Ricordo che nel dicembre 1999, la famigerata superpetroliera Erika che naufragò sulle coste francesi dell’Atlantico, distruggendo i fondali della Bretagna sarebbe dovuta passare anche nel canale di Piombino. Così come l’altra superpetroliera Prestige colata a picco al largo delle coste spagnole della Galizia. Quasi ogni giorno lungo le coste tra Piombino, Livorno e l’Arcipelago, transitano vere e proprie ‘bombe ecologiche’ potenziali, essendo una delle rotte più economiche per il collegamento dei porti di Spezia e Livorno con il Sud del Mediterraneo. L’incubo di nuovi disastri – dice il consigliere Dl - ambientali persiste nei nostri mari grazie a un transito continuo di vere e proprie ‘carrette del mare’»(anche se come ha spiegato il sindaco Cosimi la nave chimichiera, è stata varata nel 2000 è a doppio scafo, è a norma con la direttiva del 2001 e non è quindi una “carretta del mare”, ndr).

Per il Presidente della Commissione Ambiente e Territorio «è l’ora di dire basta aumentando il controllo del transito delle petroliere anche utilizzando tecnologie satellitari in grado di avere costantemente sotto controllo navi, rotte, velocità, merci trasportate, scarichi a mare attraverso sversamenti abusivi o pulizie delle cisterne. Ed è indispensabile che il Governo Prodi ratifichi la Convenzione Bunker Oil firmata sei anni fa che garantisce almeno, di fronte a incidenti come quello di Livorno, una copertura assicurativa».

«La Regione segue con estrema attenzione gli sviluppi della situazione nelle acque di Livorno». Lo afferma l´assessore regionale all´ambiente e alla protezione civile Marino Artusa, che appena appresa la notizia si è subito messo in contatto con il Comune e la Provincia di Livorno e con la Capitaneria di porto per monitorare in tempo reale l´evoluzione della chiazza oleosa.
«L´intervento di emergenza - afferma l´assessore Artusa - grazie alla sollecitudine e alla responsabità del Comune e della Capitaneria di porto, si è concluso nel giro di poche ore. La nave è stata trasportata e messa in sicurezza nella darsena petroli, e lo scafo è stato avvolto con i teli speciali per evitare ulteriori sversamenti. A terra sono state avviate, nonostante le problematiche condizioni meterorologiche, misure immediate di ripristino ambientale. Sono subito intervenuti anche i funzionari dell´Arpat per effettuare i campionamenti del carburante fuoriuscito. Ora restiamo in attesa dei risultati dei prelievi dell´Arpat e della valutazione dei danni, oltre che della verifica delle cause dell´incidente, attualmente in corso da parte della Capitaneria di porto. La particolare delicatezza dell´ecosistema del nostro mare, che è anche sede del Santuario dei cetacei, e di tutto il Mediterraneo, impone che siano rispettate misure di massima sicurezza per tutte le imbarcazioni e in particolare per le navi-cisterna».

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