[17/02/2006] Aria

Kyoto un anno dopo, l´Aci: «Non interveniamo solo sul traffico»

ROMA. Un «manifesto etico» per promuovere il valore della mobilità responsabile. E’ la proposta che giunge dall’Aci, il club che raggruppa gli automobilisti, in questi giorni in cui si festeggia il pirmo anniversario del Protocollo di Kyoto.
«Le maggiori attenzioni per l’ambiente anche nell’ottica di Kyoto – sostiene l’Aci – si sono tradotte a livello locale prevalentemente in disarticolati provvedimenti sul traffico, troppo spesso a scapito della mobilità privata, che è solo una parte del problema complessivo. Al settore dei trasporti, infatti, è imputabile il 26% delle emissioni totali di anidride carbonica, e questa quota va poi ripartita tra le auto private (57%), i mezzi pubblici e commerciali (36%), i motocicli (4%) e gli altri vettori. I primi produttori di anidride carbonica (impianti di produzione energetica e di riscaldamento domestico, che insieme contano per il 48% delle emissioni) sono stati oggetto di attenzioni quantitativamente e qualitativamente inferiori rispetto alle auto».
L’Aci sollecita maggiore chiarezza anche su altri fattori inquinanti. Per quanto riguarda il Pm 10, ad esempio, ai trasporti «è imputabile meno della metà (il 49%) del totale nell’aria, e le auto a benzina generano quantità ininfluenti di Pm 10 rispetto ai diesel e ai ciclomotori a due tempi». Gli automobilisti chiedono «strumenti fiscali improntati al principio del “Chi inquina paga”. Questi porterebbero vantaggi all’economia e all’ambiente, consentendo ai cittadini risparmi sull´acquisto e la gestione di veicoli a minore impatto ecologico».

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