[15/03/2007] Rifiuti

I girasoli sono buoni anche per bonificare i siti inquinati

LIVORNO. Si chiamano tecniche di bioremediation e consentono, per esempio, di risanare un terreno fortemente inquinato da idrocarburi pesanti utilizzando i girasoli, riducendo quindi a zero i rischi ambientali connessi alle bonifiche di tipo tradizionale. Se ne parla in uno dei più interessanti capitoli del Rapporto bonifiche 2007 presentato stamani a Roma da Federambiente.

Frutto del lavoro – coordinato da Michele Caiazzo, membro del Consiglio direttivo di Federambiente, e da Riccardo Viselli, del Servizio tecnico della Federazione – di 130 tecnici di altrettante aziende associate, il Rapporto amplia e approfondisce il precedente studio, che risale al 2005. Il analizza in dettaglio 36 esperienze concrete di bonifica di siti inquinati, ognuna delle quali completata dai dati tecnici e dalle procedure utilizzate, selezionate in base all’importanza dell’intervento e agli aspetti d’efficacia e innovatività delle tecniche impiegate. Il testo contiene anche informazioni dettagliate sull’efficacia del risanamento biologico in funzione di diverse tipologie d’inquinanti e alcuni elementi per la stima dei costi d’applicazione.

«Il risultato – ha affermato il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, presentando il Rapporto insieme a Enrico Rolle, direttore del dipartimento d’idraulica, trasporti e strade della facoltà d’Ingegneria della “Sapienza” – è un lavoro unico finora nel suo genere per completezza, ricchezza di dati e vastità di copertura territoriale, fino a delineare un autentico repertorio nazionale delle più aggiornate tecniche di bonifica, della distribuzione ed estensione dei siti contaminati e dei profili analitici delle imprese associate impegnate nell’attività di bonifica».

«Il quadro che ne emerge – ha concluso Fortini – è quello d’un sistema, quello delle imprese pubbliche d’igiene ambientale, fortemente impegnato sul piano tecnico ed economico e proiettato verso scelte strategiche e una dimensione industriale che vanno ben al di là dei tradizionali confini della raccolta dei rifiuti e dell’igiene ambientale intesa in senso tradizionale, tanto da avere ormaiassunto a pieno titolo un ruolo da protagonista nella complessiva gestione dell’ambiente e della tutela”. Al convegno hanno partecipato fra gli altri anche Sauro Turroni, che ha illustrato le direttrici su cui si sta muovendo il comitato di studio del ministero dell’Ambiente per la revisione del Codice ambientale da lui presieduto, e Mauro Maione, esperto del ministero dell’Ambiente e docente alla “Sapienza”, che ha presentato un’interessante relazione sullo stato dell’arte e le prospettive delle tecnologie di bonifica».

«Le tecnologie di bonifica prospettate oggi da Federambiente – ha detto Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - sono un’ottima opportunità per ridurre lo smaltimento in discarica di rifiuti pericolosi, e limitare, così, anche i traffici della criminalità ambientale e delle ecomafie”.

«In Italia – aggiunge Ciafani - il risanamento ambientale è in forte ritardo. Queste tecnologie, già largamente adottate in altri Paesi, possono dare un importante contributo al disinquinamento del territorio e al riutilizzo delle aree bonificate».

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