[15/03/2007] Comunicati

Videogiochi e film per imparare a risparmiare la Terra

LIVORNO. Il cinema appare sempre più impegnato nella lotta ai cambiamenti climatici. Film, documentari inchieste nascono con sempre maggiore frequenza a Hollywood: da qui a dicembre arriveranno nelle sale di tutto il mondo colossal come Transformers, una sorta di saga tra uomini e robot che si contendono le ultime risorse rimaste sulla terra, oppure Sunshine, dove tornano in auge le astronavi che hanno però l’obiettivo di andare a salvare il sole (con un ordigno nucleare) e di conseguenza la terra. O infine Avatar, film in cui gli uomini hanno trovato un nuovo (?) business: andare sugli altri pianeti a razziare risorse.

Fantascienza allo stato (quasi) puro certo, ma che contribuisce in ogni caso a instillare nell’opinione pubblica qualche dubbio sulla effettiva possibilità di continuare a lungo a prelevare a piene mani risorse dal nostro pianeta, che come è stato scoperto qualche migliaio di anni fa (e non a Hollywood) non è affatto infinito: difficile invece pensare che in molti siano in grado di collegare la crescita economica, sempre auspicata e considerata faro da qualsiasi governo di qualsiasi fede politica, con la necessità di produrre sempre di più e quindi di estrarre sempre più materie prime.

In ogni caso comunque resta il fatto che anche il cinema con i suoi gridi di allarme ambientale magari finalizzati a riempire i botteghini, contribuisce alla causa. Come anche internet. Ieri segnalavamo che la rete si sta arricchendo di informazione sempre più verticale e approfondita sulle tematiche ambientali, oggi una conferma arriva dall’Onu, che ha lanciato il primo videogioco pensato per insegnare ai bambini come difendersi, ma soprattutto come prevenire i disastri ambientali.

In pratica StopDisaster è una versione più evoluta (e moralizzata) del mitico SimCity: il giocatore ha a disposizione un proprio bilancio per costruire una città ecosostenibile e in base alle scelte fatte sarà in grado di difendersi (e salvare vite umane) da uragani, inondazioni, incendi, terremoti e tsunami.

E’ vero che anche in questo caso il grido d’allarme parte dal catastrofismo dei singoli eventi mentre sono totalmente ignorati temi ben più strutturati come la siccità e la desertificazione, ma lo spirito del progetto è comunque animato da buone intenzioni e buone pratiche: «I bambini sono gli architetti, i costruttori, i sindaci del domani – ha spiegato il direttore dell’Isdr che ha realizzato il videogioco, destinato principalmente ai ragazzi 9 ai 16 anni – ed è importante renderli consapevoli che è possibile ridurre i danni provocati da disastri che hanno comuqnue un origine antropica».

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