[14/03/2007] Parchi

La Mappa della primavera (anticipata)

ROMA. La “Mappa della primavera” è il monitoraggio periodico della biodiversità all’interno delle aree protette, realizzato da Federparchi, Legambiente e Coldiretti in collaborazione con l’università “la Sapienza” di Roma, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per ricavare informazioni utili sulle variazioni delle condizioni climatiche attraverso i periodi il di fioritura di alcune specie vegetali caratteristiche del paesaggio italiano.

Il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, che ha partecipato alla presentazione della mappa, ha detto che «occorre una nuova etica ambientale per affrontare con coerenza e determinazione la lotta ai cambiamenti climatici che sono la vera priorità nazionale ed internazionale. Capire quanto le conseguenze di questi fenomeni stiano stravolgendo anche gli habitat di casa nostra significa comprendere l’urgenza di decisioni e comportamenti indirizzati a diminuire le emissioni di gas serra. In questo quadro anche la “Mappa della Primavera” è utile a conoscere come la natura, anche in Italia, abbia iniziato a modificare i propri cicli vegetativi e come siano seriamente in pericolo le nostre biodiversità».

Per la stretta relazione tra il clima e la fioritura, la mappa rappresenta un test interessante per comprendere le evidenti anomalie climatiche registrate negli ultimi anni ed i loro effetti sulle piante. E quest’anno i risultati sono ben visibili: anticipi delle fioriture, allungamento delle stagioni vegetative, variazione della distribuzione delle specie. L’iniziativa fa parte di “Countdown 2010” la campagna della World Conservation Union (Iucn) che promuove le iniziative per fermare il declino di biodiversità entro il 2010. Fioritura, fogliazione e maturazione dei frutti sono gli “indicatori” per capire come le piante reagiscono al mutare del clima e delle stagioni.

Le 9 le specie vegetali prese in considerazione sono: albero di Giuda, corniolo sanguinello, erica, mirto, ginestra, sorbo, sambuco, ulivo e castagno. Le stazioni di osservazione sono disseminati in 23 parchi che ospitano gran parte della biodiversità del nostro Paese: 55.600 le specie animali (oltre un terzo della fauna europea) e 6.717 di quelle vegetali (circa la metà della flora europea. Le alterazioni di fenomeni biologici sono sempre più frequenti: . C’è un anticipo, di 10–20 giorni delle fasi primaverili, accompagnato spesso da un ritardo dell´inizio dell’autunno, con l’allungamento della stagione vegetativa. Questo provoca una variazione nella distribuzione delle specie: mentre l’areale del faggio si contrae, quello del leccio si amplia.

I dati raccolti sono importanti anche per l’agricoltura e Stefano Masini, responsabile ambiente della Col diretti, sottolinea che «per la prima volta nella storia delle campagne romane si raccolgono già nei campi le fave che arrivano normalmente solo il primo maggio per accompagnare le scampagnate e sui banchi dei mercati è già possibile trovare una varietà di offerta Made in Italy come mai nel passato: dai piselli ai carciofi a tutte le insalate a pieno campo, dalle lattughe alle scarole fino alle indivie, ma anche grandi quantità di cavolfiori, broccoli, asparagi, finocchi e pomodori». Ci troviamo davanti alla conferma scientifica di cambiamenti di cui i consumatori si accorgono al mercato ma la cosa strana è che questo produce un crollo dei prezzi alla produzione mentre quelli di vendita non subiscono variazioni di rilievo.

«Il nostro Paese è uno dei più esposti ai rischi del cambiamento climatico – ha detto Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente - e gli effetti che questo provoca sul nostro patrimonio di biodiversità non possono essere trascurati. L’innalzamento della temperatura, ad esempio, sta accelerando sempre di più fenomeni allarmanti come la desertificazione che sulle coste italiane ha raggiunto una concentrazione del 30% rispetto al territorio nazionale. In questo scenario la Mappa della Primavera rappresenta uno strumento prezioso per capire come si sposta l’orologio della natura e nel lungo periodo sarà utile a definire gli scenari possibili e a sapere come intervenire sul territorio per salvaguardare la biodiversità».

La “Mappa della Primavera” si sviluppa all’interno di parchi nazionali, regionali e riserve naturali che contengono o hanno relazioni con Sic e Zps che formano “Rete Natura 2000”, lo strumento europeo per la conservazione della biodiversità, un aspetto che è messo in risalto da Matteo Fusilli, presidente di Federparchi: «L’attenzione, finalmente generalizzata, alle conseguenze dei mutamenti climatici segnala la Mappa della Primavera come azione lungimirante, in grado di accompagnare la crescita della conoscenza di fenomeni specifici, che si manifestano costantemente attorno a noi, con la capacità di comunicarne i contenuti e divulgarne le spiegazioni. E’ naturale che i parchi e le altre aree protette, luoghi privilegiati per la tutela della biodiversità e strumenti efficaci di educazione all’ambiente, siano i principali protagonisti di questo progetto».

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