[17/02/2006] Urbanistica

Porta a mare, dall’impatto industriale a quello urbano

LIVORNO. Porto turistico, due parole che rimbalzano sulla bocca dei livornesi da una quarantina d’anni. Ora il Consiglio comunale sta per fare i conti con la variante al Piano regolatore del porto che stabilisce la realizzazione di questa infrastruttura al Mediceo. Ne parliamo con Bruno Picchi (nella foto), assessore alla trasformazione urbana del Comune di Livorno.

Sta per decollare una bella discussione su questo provvedimento, assessore.
«Questa è una variante che viene adottata dal Comitato portuale, perché i nostri strumenti urbanistici già prevedevano il porto turistico al Mediceo. Chi non aveva adeguato i propri strumenti era l’Autorità Portuale, il cui Piano regolatore risale agli anni ‘50. Noi adempiamo a un atto che viene richiesto dalla legge 84/94 sulla base di una conferenza di servizi già svoltasi in ottobre.
E’ un atto dovuto, necessario per dare il via all’operazione e per dare concretezza all’intesa fra Comune e authority».

Che cosa si aspetta dal dibattito?
«E’ bene chiarire che la discussione riguarderà non le previsioni urbanistiche, che stanno dentro gli atti fatti dal Comune, ma solo la destinazione d’uso del Mediceo, cioè le parti interessate al cambio di destinazione. Tutta la parte urbanistica sta dentro il cammino già compiuto».

Il Mediceo rientra nella Porta a mare, centro di una trasformazione urbana importante. Avete interventi sul fronte della sostenibilità ambientale per questo comparto?
«La prima cosa che abbiamo fatto è mettere a disposizione 6 milioni e mezzo di euro, quelli dei patti territoriali, trasferendoli sull’area della porta a mare. Per realizzare una viabilità nuova, con l’obiettivo di una minore congestione del traffico e di evitare la creazione di una enclave staccata dalla città. Poi ci saranno accorgimenti di carattere progettuale, a partire dalle nuove urbanizzazioni e dagli accessi, in termini di pedonalizzazione e di piste ciclabili interne che collegheranno la Porta a mare con Viale Italia e la città»

Questa parte della città cambia volto. E la trasformazione porterà con sé nuovi impatti.
«Direi impatti diversi. Ieri c’era un impatto industriale, che si riduce. Domani ci sarà un impatto urbano, che in passato non esisteva».

Come pensate di mitigarlo?
«Spendendo bene i soldi che arriveranno dalle nuove urbanizzazioni, 14 milioni di euro oltre ai 6 milioni e mezzo di cui parlavo prima. Saranno spesi per mitigare gli impatti, ad esempio, sul fronte dei parcheggi per residenti. Raddoppieremo il parcheggio di Piazza Mazzini, ma stiamo verificando con l’Ufficio commercio anche le questioni che guardano agli aspetti connessi ad una rivitalizzazione dell’area di Borgo Cappuccini. Mitigare gli impatti significa essenzialmente guardare alla qualità della vita di chi abita in quella zona. E anche risolvere altri aspetti, come quello che tocca l’Astra».

Cioè?
«La dico con grande chiarezza: la riqualificazione dell’Arena Astra, lo storico circolo ricreativo del Cantiere. Per quanto mi riguarda, è una struttura che deve rimanere al servizio del quartiere, delle scuole, come l’hanno sempre pensata gli operai del Cantiere quando l’hanno creata coi loro sacrifici».

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