[13/03/2007] Rifiuti

Baciacavallo, l´assessore Curcio presenta 15 anni di studi

PRATO. La sintesi di 15 anni di studi ambientali su Baciacavallo, e sulle sue ricadute sulla salute della popolazione che abita nelle vicinanze, è stata presentata dall´assessore all´Ambiente Camilla Curcio al Consiglio della Circoscrizione Prato Sud, riunito in forma “aperta”, con la partecipazione dei cittadini.

«Non si può mettere in relazione l´insorgenza di alcune patologie tumorali con l´inceneritore per i fanghi dell´impianto di depurazione - ha detto l´assessore - ma non per questo sarà abbassata la soglia di monitoraggio, che al contrario sarà alzata come pure i livelli di informazione».

Le ricerche effettuate dall´Istituto superiore di sanità, dall´Asl di Prato e di Firenze, dal Comune di Prato, da Arpat e dalla stessa Gida, dall´Università di Firenze e in ultimo dal Cspo (Centro di epidemiologia ambientale), non hanno in realtà portato ad un risultato definitivo.

Come ha spiegato Francesco Cipriani, responsabile dell´Unità operativa di epidemiologia della Asl di Prato, «i casi di tumore al polmone che si sono manifestati non sono, anche da un punto di vista sanitario, statisticamente significavi» e quindi conclude «non si può escludere con certezza che non ci sia un rischio, anche se è poco probabile che vi sia».

Il piano d´azione prevede che la Asl prosegua nel monitoraggio della salute delle aree critiche pratesi, con particolare riguardo al territorio della Circoscrizione sud e aggiornando i casi di malattia degli operatori di Gida; che Arpat effettui maggiori controlli nella Circoscrizione, con attenzione alle conseguenze inquinanti, e sulla salute, dell´autostrada e di altri insediamenti industriali; che Gida continui nei suoi interventi di riduzione delle emissioni.

Vale la pena però fare un passo indietro e ripercorrere il “caso” di Baciacavallo. L’impianto è in funzione del 1980. Tra il 1991 e il 1994, vengono scoperti da parte della direzione di Gida, 5 casi di tumore (3 al polmone, 1 allo stomaco, 1 al colon) tra i 68 dipendenti della società di depurazione. Uno studio dell´Istituto superiore di sanità rileva che i cinque decessi da tumore sono effettivamente troppi rispetto al gruppo preso in esame (gli addetti all´impianto), ma che la loro insorgenza potrebbe essere dovuta al caso, allo stile di vita (fumatori), ad altro, anche perché gli accertamenti evidenziano che non ci sono stati altri casi di tumore fra i dipendenti Gida.

Scatta comunque l’allerta e si intensificano sorveglianza ambientale e approfondimenti epidemiologici. Polveri, metalli pesanti, batteri, muffe e sostanze cancerogene attorno a Baciacavallo sono «in quantità simile ad altre zone pratesi» (le stesse diossine, come ha spiegato Giovannelli di Arpat, sono al di sotto dei limiti di legge: una concentrazione di 0,032 contro lo 0,1 fissato dalle norme).

Le indagini epidemiologiche rilevano che entro un raggio di 500 metri dall´impianto si registra in effetti un aumento del tumore polmonare (9 casi sui 7 statisticamente attesi), ma che l´aumento di soli due casi «non è significativo. Inoltre i tumori colpiscono solo maschi ed è un fatto che comunque attenua l´allarme, perché questo tipo di tumori dovrebbe colpire anche la parte femminile della popolazione». Quindi il rischio di tumori polmonari nei maschi che abitano più vicino all´impianto potrebbe essere dovuto anche al fumo e al loro tipo di lavoro.

L´ultimo rapporto (2006) Cspo registra che chi ha avuto una storia media di residenza dall´impianto entro 1,5 km ha un rischio maggiore ma non elevato di contrarre un tumore polmonare (circa 2 volte) rispetto a chi vive ad oltre 4 km. Ma nell´area indagata insistono anche l´autostrada, industrie, elettrodotti. Il Cspo conclude che il rischio maggiore «non è sicuro che sia attribuibile alla storia residenziale».

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