[12/03/2007] Parchi

Conferenza sulla Montagna, dove erano i parchi e aree protette?

PISA. E’ difficile naturalmente giudicare una conferenza come quella svoltasi a Vallombrosa sui problemi della montagna toscana affidandosi unicamente ai comunicati e ai resoconti consultabili sul sito della regione. E tuttavia tenendo conto anche, ad esempio, di un documento cospicuo dell’Irpet abbastanza recente dedicato allo stesso tema, qualche impressione – sia pure con la dovuta cautela - si può esprimere.

I temi ricorrenti nel dibattito come nel documento citato sono stati tra gli altri il ruolo che la montagna può svolgere nella tutela dell’ambiente, della protezione della biodiversità. Di una agricoltura anzi di una politica rurale sostenibile, di una politica forestale anch’essa sostenibile, dell’agriturismo, della valorizzazione e tutela del paesaggio.

I territori presi in considerazione sono molti e l’esigenza ovunque emergente sotto il profilo istituzionale è quella di riuscire a far agire insieme soprattutto i piccoli comuni - che sono la stragrande maggioranza - con le province e la regione. Ora quando si parla di montagna toscana ricorrono nomi noti dal Casentino all’appennino tosco-emiliano, dalle Apuane all’Amiata, territori sui quali operano importanti parchi nazionali, regionali ed altre aree protette. Ecco, l’impressione è che di queste ‘speciali’ istituzioni le cui finalità rientrano tutte in quelle sommariamente richiamate e discusse a Vallombrosa non si sia parlato.

Queste aree protette debbono operare progettando piani e altri interventi in grado di aggregare il sistema istituzionale intorno a misure e politiche non settoriali che difficimente specie i piccoli comuni sono in grado di fare. Vorrei al riguardo citare un dato: al 2005 a livello nazionale erano state istituite 257 unioni comunali ma di queste soltanto 11 riguardavano le gestione associata di funzioni in materia di pianificazione territoriale.

Qualcosa sarà nel frattempo sicuramente cambiato ma è assai probabile che il divario sia rimasto assolutamente serio a tale da far capire quanto preziosa potrebbe e dovrebbe risultare la funzione delle aree protette il cui compito specifico è proprio quello di ‘pianificare’ il territorio all’insegna delle politiche ambientali di cui appunto si è discusso a Vallombrosa.

Ecco la contraddizione – non nuova peraltro - che ci è sembrato di scorgere in ciò che abbiamo potuto leggere. Se le cose non stessero del tutto così non potremmo che rallegrarcene; ma allora perché non dirlo. Non risulta, ad esempio, che dei parchi toscani che pure operano in montagna si sia sentita a Vallombrosa la loro voce. Anche questo non è un buon segno.

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