[08/03/2007] Energia

Rigassificatore, I Verdi regionali tornano all´attacco sull´Olt

LIVORNO. Il gruppo consiliare e la Federazione toscana dei Verdi tornano all’attacco del rigassificatore progettato tra Pisa e Livorno. Lo fanno attraverso i due portavoce regionale Daniela Morra e Mauro Romanelli, e il capogruppo Mario Lupi.

«Siamo a favore del gasdotto Galsi, sicuro ed economico, - cominciano - che, con i suoi 10 miliardi circa di metri cubi annui, già garantisce più del doppio del fabbisogno stimato per le imprese toscane, che è circa di 4 miliardi di metri cubi annui di gas».

«Non si capisce dunque la necessità di accelerare l’iter della costruzione di quest’opera, visto che addirittura risulta già apposto in località Stagno a Livorno l’avviso di inizio lavori al 28 febbraio scorso: ma allora (come anche greenreport ha spesso sottolineato, ndr) a cosa serve il lavoro della commissione internazionale, nominata da Martini su richiesta dei Verdi per valutare il rischio di questa tecnologia? Se emergesse che il rischio è reale, si smonterà l’opera già costruita?»

«Non si creda che gli aspetti della sicurezza siano in definitiva così remoti – continuano Lupi, Morra e Romanelli -: persino Piero Angela, nel suo ultimo libro “La sfida del Secolo”, dedicato alle questioni energetiche, parla di un eventuale incidente (definito improbabile, ma non impossibile) legato ad una nave metaniera che trasporta gas liquefatto a bassissima temperatura, come del “peggior incidente possibile” nel campo degli impianti di produzione di energia, quindi peggiore o comunque al livello di un incidente nucleare»

«Siamo anche preoccupati per le questioni etiche, legate alla scelta di questa tecnologia: un gasdotto come il Galsi è legato ad un controllo pubblico, ad accordi tra Governi, con la rigassificazione si mette tutto in mano ai privati, alle multinazionali»

«Pensiamo alla situazione di violenze, illegalità, violazione dei diritti umani e ambientali in tante parti del Mondo, ad esempio la Nigeria: si preleva il gas in queste zone, si costruiscono in loco impianti di liquefazione, ad altissimo impatto ambientale, tanto in questi Paesi leggi e controlli sono facilmente aggirabili, e poi si rivende in Occidente realizzando enormi profitti … ci domandiamo se una Regione come la Toscana, che organizza San Rossore e Terra Futura, possa accettare di essere parte di un meccansimo così immorale».

«Altre preoccupazioni sono legate agli aspetti di impatto ambientale ed economico sicuri ed immediati che l’impianto avrebbe anche senza considerare gli incidenti: per rigassificare il metano si estrarrà calore dal mare con la previsione di raffreddamento fino a 10 gradi di vaste aree marine, in pieno santuario dei cetacei, mentre l’impatto sul porto, in termini di traffico merci e traffico turistico, non sarà irrilevante».

«I Verdi, nell’ottica del dialogo con gli alleati e con la Giunta Regionale, rivendicano intanto come proprio merito, e come merito della propria presenza nella Giunta Regionale, l’aver messo la parola fine al progetto, ancora più pericoloso (anche se una valutazione comporata dei due progetti non è mai stata fatta, né chiesta, ndr), del rigassificatore di Rosignano, mentre riguardo al progetto di Livorno, si attestano sulle posizioni del Ministro dell’Ambiente Pecoraro (mentre, va detto, l’assessore regionale Marino Artusa, che è dei Verdi, su questo progetto è d’accordo e lo ha sempre dichiarato, ndr), che ci pare inviti alla cautela, all’attenta valutazione dei fabbisogni nazionali, di eventuali tecnologie meno impattanti, e soprattutto della corretta applicazione della cosiddetta direttiva Seveso sulla consultazione delle popolazioni coinvolte, e la cui violazione ha portato recentemente al ritiro dell’autorizzazione per il rigassificatore di Brindisi».

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