[08/03/2007] Consumo

L’Ue e il governo mettono il Made in Italy alimentare rischio

FIRENZE. Il Consiglio dei ministri italiano ha approvato i contenuti di una norma prevista dal disegno di legge comunitaria 2007, e che dovrà essere discussa dal parlamento, che abroga dell´obbligo di indicare nell´etichetta la provenienza degli alimenti, così si rende più difficile la falsificazione del Made in Italy con produzioni alimentari provenienti dall’estero.

«Constatiamo con rammarico – si legge in una nota della Confederazione italiana agricoltori (Cia) - che il nostro Paese, sotto il rischio della procedura d’infrazione dell’Unione europea, ha dovuto rinunciare, facendo un passo indietro, all’etichettatura sull’origine della materia prima per tutti i prodotti agroalimentari freschi e trasformati, sugli oli d’oliva e alla regolamentazione della denominazione di “vitello”».

La Cia chiede al governo che al parlamento «interventi legislativi, concordati con Bruxelles, che consentano un’etichettatura trasparente che permetta ai consumatori di riconoscere la provenienza dell’origine dei prodotti dell’ agricoltura di qualità. Cosa che, del resto, già avviene in Europa per alcuni importanti prodotti, quali la carne bovina, le uova, gli ortofrutticoli freschi, il miele».

Per Coldiretti «ritratta di un palese tentativo di colpo di spugna sull´obbligo di indicare l´origine dei prodotti alimentari, con il via libera alla possibilità di “falsificare” il Made in Italy con miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, concentrato di pomodoro in salsa cinese o con prosciutti ottenuti da maiali allevati in Olanda e Danimarca. Sugli scaffali dei supermercati è straniero l´olio di oliva contenuto in quasi una bottiglia su due e provengono da maiali allevati all´estero due prosciutti su tre, senza che questo venga chiaramente riportato in etichetta. Una mancanza di trasparenza che rischia ora di prolungarsi con la norma di abrogazione della legge 204 del 2004, approvata con il consenso di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare promossa dalla Coldiretti per impedire un inganno che mette a rischio la credibilità e del cibo Made in Italy all´estero e in Italia».

Col diretti sottolinea che « a difesa dell´etichettatura di origine degli alimenti sono state presentate mozioni al Senato e alla Camera, rispettivamente dalla maggioranza e dall´opposizione che impegnano il governo su questo fronte per non mettere in crisi la leadership nella qualità conquistata dalla produzione alimentare italiana grazie all´impegno delle imprese e delle istituzioni. E´ evidente infatti per l´Italia la necessità di svolgere - sottolinea la Coldiretti - una funzione di avanguardia in Europa nelle politiche rivolte alla sicurezza alimentare e di accelerare con coerenza il percorso già intrapreso a livello comunitario con l´estensione a tutti i prodotti alimentari dell´obbligo di indicare nelle etichette l´origine della componente agricola impiegata.

L´Italia dove l´etichettatura di origine è stata prevista, grazie alla mobilitazione della Coldiretti, anche per il latte fresco, per la carne di pollo e per la passata di pomodoro non può tornare indietro ma deve continuare con decisione la battaglia in Europa per togliere dall´anonimato tutti gli alimenti: dalla carne di maiale a quella di agnello, dalle conserve vegetali ai succhi di frutta, ma anche la pasta e il latte a lunga conservazione».

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