[07/03/2007] Rifiuti

Step, un passo per diminuire i rifiuti elettronici nel mondo?

LIVORNO. Tre delle principali agenzie dell´Onu, 16 aziende - tra cui Microsoft, Hewlett-Packard e Philips - diversi governi e università hanno stretto un accordo di collaborazione che prevede l´impegno per aumentare le operazioni di riciclaggio e allungare la vita dei beni elettronici. La notizia è stata battuta dalla Reuters. La nuova alleanza guidata dall´Onu si impegnerà a tracciare le linee guida di un nuovo progetto volto a proteggere l´ambiente dalle montagne di rifiuti elettronici come computer, telefoni e televisioni.

«C´è la necessità urgente di trovare un approccio comune allo spreco di materiali elettrici nel mondo -, ha detto Ruediger Kuehr dell´Università dell´Onu, che sarà a capo del segretariato dell´organizzazione "Solving the E-waste Problem" (Step) a Bonn, in Germania. L´incenerimento di beni elettronici – ha proseguito - come forni a microonde, batterie, fotocopiatrici o asciugacapelli, provoca l´emanazione di tossine. I vecchi dispositivi contengono sostanze chimiche velenose come diossina, policlorobifenili (cosidetti Pcb) o metalli pesanti come il mercurio o il cadmio. Alcuni prodotti contengono anche metalli preziosi, come l´oro, il platino o il più esotico indio, presenti nei televisori a schermo piatto, mentre altri il rutenio, utilizzato per la produzione delle resistenze. I prezzi dell´indio, per esempio, sono balzati sino a toccare i 725 dollari al chilo dai 70 del 2002».

Secondo quanto riferito da Step «l´accumulo di rifiuti elettronici è uno dei fenomeni di spreco che negli ultimi anni ha fatto registrare la crescita più alta al mondo, e presto si prevede che raggiungerà quota 40 milioni di tonnellate l´anno, sufficiente per mettere in fila camion dell´immondizia fino a coprire metà del diametro terrestre».

Nei prossimi anni l´organizzazione lancerà una serie di progetti per tentare di risolvere il problema, dalla divulgazione di linee guida sui gadget da rottamare, alla implementazione delle leggi nazionali vigenti in Giappone, nei Paesi dell´Unione Europea e negli Stati Uniti. Incoraggerà inoltre le società a mettere sul mercato prodotti che durino di più e a passare a prodotti formati da componenti che possano essere sostituiti, anziché buttati via.

Quanto sostenuto da Kuer relativamente alla non opportunità dell’incenerimento dei rifiuti elettronici è già da tempo oggetto di una direttiva a livello europeo che impone il recupero dei materiali (possibile fino a percentuali che variano deall´80 al 90%) in impianti attrezzati. Anche l’Italia, dopo molte proroghe, dovrebbe recepire la direttiva (entro il giugno 2007) in modo che la responsabilità (e i costi) dell´intera filiera del recupero siano addossati ai produttori. Restano alcuni dubbi sul traffico dei prodotti elettronici usati che vengono portati nei paesi asiatici per essere, si dice, aggiustati e riutilizzati tal quali.

L’iniziativa, apprezzabile, dell’Onu non riguarda quindi l’Europa. Resta da capire soprattutto come riusciranno a portare avanti questo progetto quando l’industria It pianifica il suo mercato sull’obsolescenza dei prodotti software e hardware (a 18 mesi). Con le innovazioni del software che vanno proprio ad incidere sull’hardware che – come tutti quelli che usano queste macchine sanno – va cambiato per poter far girare i nuovi programmi. Se davvero aziende come Microsoft, Hewlett-Packard e Philips dovessero impegnarsi per cambiare questa rotta, allora sarebbe davvero una rivoluzione...

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