[06/03/2007] Rifiuti

Artusa: «Il risparmio di materia è la scommessa da vincere»

LIVORNO. Ieri è stato firmato l’accordo “Energia Ambiente” che prevede un fondo di 150 milioni di euro rivolto alle piccole e medie imprese toscane che vogliono investire in energie rinnovabili. Saranno inoltre finanziati interventi per incrementare l’efficienza energetica degli stabilimenti e il recupero del calore residuo, la coibentazione, l’impiego di macchinari e sistemi di illuminazione più ecoefficienti. Infine, saranno finanziati progetti di ricerca e sviluppo e innovazione di prodotto connessi alle energie rinnovabili e al risparmio energetico, e dalla realizzazione di reti di distribuzione delle energie rinnovabili.

Tutto positivo certamente, ma all’assessore all’ambiente Marino Artusa (Nella foto) chiediamo perché in questi casi si considera solo il risparmio di energia e non si tiene mai di conto del risparmio di materia?
«Il risparmio di materia è fondamentale perché è su questo che si basa il concetto di sviluppo sostenibile. In una presentazione alla stampa non si può sintetizzare tutto, ma le assicuro che se per esempio guarda il Praa che stiamo facendo, potrà trovare esplicitato questa necessità di riduzione della materia».

Quindi con i 150 milioni potranno essere finanziati anche progetti mirati al risparmio di materia?
«Sicuramente».

Strettamente legato a questo tema c’è la questione rifiuti. Non ritiene che un’incisiva azione verso la riduzione di materia porterebbe più benefici di qualsiasi raccolta differenziata anche porta a porta?
«Come dicevo prima lo sdoppiamento tra consumo di materia e inquinamento conseguente sta alla base del concetto di sviluppo sostenibile. In effetti noi dobbiamo consumare meno risorse e meno materie prime per ottenere uno sviluppo più pulito e sostenibile. Noi siamo fortemente impegnati nell’opera di riduzione della produzione di rifiuti e il risparmio di materia è una componente essenziale. Anzi dico di più, questa è la scommessa da vincere quando si parla di innovazione: da una parte lo sviluppo delle rinnovabili e il risparmio energetico, dall’altra il risparmio di materia».

Recentemente le aziende italiane e anche una buona rappresentanza di imprese toscane si sono recate in Cina per promuovere partnership commerciali. Proprio ieri il rapporto annuale del governo cinese ha lanciato l’allarme sui propri tassi di crescita e sulla necessità per le imprese di rinnovare gli impianti in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità. La Cina, in poche parole, sta sempre più chiedendo innovazione di processo. La Toscana è in grado di esportare questa innovazione?
«Innanzitutto bisogna salutare con soddisfazione questa apertura da parte dell’economia cinese. E’ importantissimo il fatto che si siano resi conto dell’impossibilità di proseguire con questi ritmi di crescita pazzeschi. Per quanto riguarda le imprese toscane non ho dubbi che dal punto di vista del risparmio e dell’efficienza energetica siano in grado di esportare le loro migliori tecnologie, con punte di eccellenza come per esempio la geotermia, con il know how toscano che in questo campo non credo abbia uguali. Ma anche dal punto di vista del risparmio di materia esistono realtà già oggi in grado di esportare i loro modelli. Penso ad alcune aziende premiate con il riconoscimento Toscana ecoefficiente proprio per l’abbattimento dei prelievi di materie prime, oppure il percorso intrapreso in questo senso da grandi fabbriche che hanno fatto la storia della nostra regione. Io credo che abbiamo davvero molte possibilità e vorrei ricordare infine che una più stringente attenzione all’ambiente da parte della Cina avrà come conseguenza anche la riduzione del dumping che c’è oggi tra i costi delle aziende occidentali e quelle asiatiche».

Torna all'archivio