[06/03/2007] Comunicati

Dietro lo scontro sugli orsi polari c’é quello sull’economia

LIVORNO. Rappresentanti di ambientalisti, cacciatori e dell’industria petrolifera, sono stati ascoltati in un’udienza pubblica del governo degli Stati Uniti per capire se gli orsi polari devono essere introdotti tra le specie minacciate. Secondo alcuni portavoce le prove scientifiche dovrebbero portare il Fish and Wildlife Service (Fws) ad adottare protezioni efficaci (richieste anche dallo stesso ente Usa) per fare in modo che gli orsi polari sopravvivano anche in futuro per le generazioni future.

«Dobbiamo infine riconoscere la minaccia che il riscaldamento globale rappresenta non solo per gli orsi polari ma anche per altre specie, dai coralli caraibici alle farfalle della California, ed anche per noi» ha detto durante l’audizione di Washington Melissa Waage, del Center for Biological Diversity.

Ma non tutti sono d’accordo: per le industrie l’inclusione dell’orso polare tra le specie protette potrebbe danneggiare le ricerche, i cui i redditi aiutano le economie locali. Una tesi non molto dissimile da quella esposta da Patterk Netser, ministro dell’ambiente del territorio canadese di Nunavut del Canada: «gli orsi non vanno inclusi. Al momento non sono minacciati e nella nostra zona ne abbiamo in abbondanza».

«I requisiti scientifici della proposta sono inadeguati - ha detto Richard Krause, direttore dell’American Farm Bureau Federation - Piuttosto che basare la proposta sulle osservazioni scientifiche dirette, il Fws la basa su previsioni e su presupposti speculativi che possono essere più o meno validi».

La revisione richiesta, fatta a dicembre dal Fish and Wildlife Service, parte della preoccupazione che il riscaldamento globale stasciogliendo l’habitat ghiacciato dei plantigradi, se l´orso polare fosse elencato come specie minacciata, tutti gli enti federali dovrebbero accertarsi se ogni progetto e attività da autorizzare potrebbero interessare gli orsi bianchi e non comprometterne la sopravvivenza o contribuire allo scioglimento dei ghiacci marini su ci vivono. E questo include naturalmente le esplorazione per la ricerca di gas e petrolio, il trasporto commerciale, le emissioni inquinanti o di gas serra.

Gli ecologisti sperano che l’adozione di leggi di protezione speciale per la fauna minacciata possano finalmente portare il governo Usa a per ridurre le emissioni di anidride carbonica ed altri gas serra colpevoli dello scioglimento dei ghiacci artici.

«Il Dipartimento degli interni – spiega Kert Davies, direttore della ricerca di Greenpeace - ha detto molto detto esplicitamente che non pensano di avere l´autorità per regolare le emissioni di gas serra, ma sappiamo che una legge per le specie in pericolo va ben oltre questi ostacoli»
La decisione finale dell’inclusione degli orsi polari nell’elenco deve essere presa entro il gennaio 2008 ed entro il 9 aprile il Fws raccoglierà tutte le osservazioni pubbliche. La seconda tornata di audizioni si terrà sull´elenco proposto al 9 aprile. Un´altra udienza pubblica si é già tenuta ad Anchorage, e domani ce ne sarà ancora una a Barrow, sempre in Alaska. La Groenlandia e la Norvegia sono i luoghi dove vivono più orsi polari, mentre un quarto della popolazione é sparso tra Alaska, Canada e Russia

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