[01/03/2007] Urbanistica

I Verdi di Lucca sul Praer: «Salvata la cappella di San Martino»

LUCCA. Il portavoce provinciale dei Verdi di Lucca, Pier Luigi Giannetti commenta favorevolmente l´approvazione nella seduta di ieri del Consiglio regionale della Toscana del nuovo Piano regionale sulle attività estrattive. Con questo atto infatti l´area della Cappella nel comune di Seravezza cessa di essere cava di inerti ovvero, in termini tecnici, l’area è stata stralciata.

Un obiettivo che i Verdi inseguivano da anni, da quando nel 1991 partì un “progetto di valorizzazione e recupero dell’area di cava” che si rivelò essere un’inaccettabile attività estrattiva di inerti in una zona di alto pregio ambientale.
«Non si poteva più consentire - ricorda Giannetti - che il bacino estrattivo rimanesse a stretto contatto con l’antico borgo di Fabbiano e a breve distanza dalla chiesa di San Martino alla Cappella, da più parti ritenuta uno dei gioielli dell’architettura romanica della Versilia».

Da ricordare che per le fessurazioni strutturali - monitorate dalla Soprintendenza - sulla muratura di questa chiesa, non è stata mai esclusa una correlazione con la vicina attività di estrazione di inerti. «La presenza della cava di inerti ritardava inoltre la tutela e valorizzazione di risorse architettoniche e paesaggistiche e la partenza progetti di sviluppo turistico dell’area e quindi costituiva un danno per l’economia complessiva del territorio e per la popolazione».

«Oltre a contribuire a sanare situazioni insostenibili come quella della Cappella, abbiamo proposto – ha dichiarato Mario Lupi, capogruppo dei Verdi in Regione, riferendosi alle tematiche più generali del Praer – di definire nel piano regionale per le attività estrattive l’esclusione di materiali frantumati nelle cave di pregio, come quelle del marmo apuano, e di prevedere nei progetti di escavazione la verifica su base annuale».

Contemporaneamente al problema delle escavazioni i Verdi hanno inserito in questo Praer la possibilità di utilizzo degli inerti riutilizzabili, dato che le proposte e le tecnologie lo permettono perché sono molte avanzate e molto utilizzate da altri paesi europei, come l’esempio dell’Olanda, che riutilizza inerti per il 60% del fabbisogno nazionale.

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